Technogym va in volata al debutto in Borsa (+12%)

Il mercato promuove il marchio e il prezzo a sconto. Alessandri: «Un atto di coraggio»

Cinzia Meoni

Technogym debutta con il botto a Piazza Affari e chiude la sua prima seduta a 3,62 euro, in rialzo dell'11,4%, un risultato ancor più eclatante vista la débâcle di Milano (il Ftse Mib ha perso il 2,4%). A sostenere il rally hanno concorso la forza del brand, icona mondiale del benessere e fornitore ufficiale dei Giochi Olimpici, il coinvolgimento degli investitori istituzionali, le previsioni di crescita e un'offerta ritenuta friendly, ovvero amichevole, adeguata al momento di mercato. Il prezzo di collocamento infatti è stato fissato a 3,25 euro, nella parte bassa della forchetta (compresa tra i 3 e i 3,75 euro per azione) e attribuiva alla società una capitalizzazione iniziale di 650 milioni, un livello inferiore rispetto alle attese di mercato che, anche sulla base della valutazione del gruppo effettuata con l'ingresso dei fondi nel 2008, si aspettavano una valorizzazione intorno al miliardo. Ma il contesto è cambiato, e Technogym ne ha tenuto conto.

Il colosso del fitness, fondato 33 anni fa da Nerio Alessandri, aveva già provato un anno fa a intraprendere la via della Borsa, senza tuttavia portarla a termine a causa delle intemperie registrate sui mercati finanziari. La scelta questa volta di procedere, nonostante tutto, era legata, in gran parte, all'intenzione di Arle Capital Partners di ridurre la propria partecipazione nella società. Con l'Ipo infatti il private equity (erede della quota di Candover Capital Partners) scende dal 40 al 15% (all'11,25% in seguito all'esercizio della greenshoe) del capitale di Technogym.

In questo scenario la quotazione in Borsa «è stato un atto di coraggio» ha dichiarato Alessandri a margine della cerimonia di quotazione che, ieri mattina, ha richiamato a Palazzo Mezzanotte il mondo della finanza e l'universo sportivo. «I mercati sono veramente difficili in questo momento, non rispecchiano le aziende, però noi ci crediamo e ci crediamo nel lungo termine. Non siamo qui per domani e dopodomani, ma per i prossimi cento anni», ha poi aggiunto l'imprenditore.

La decisione si è rivelata finora vincente, non solo per il rialzo di Borsa. L'offerta infatti ha registrato una domanda pari quattro volte il quantitativo dei titoli messi in vendita da Arle. Il collocamento inoltre, riservato ai soli investitori istituzionali, ha aperto le porte a 63 azionisti di lungo termine di cui 44 fondi esteri a cui è andato il 16% circa del capitale.

«Posso solo dire che ci sono i nomi più importanti a livello istituzionale al mondo. Anche italiani, i due principali ci sono. Abbiamo scelto i più importanti che vogliono instaurare un rapporto con noi», ha concluso Alessandri.

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