LondraTelecom Italia strizza l'occhio alla comunità internazionale presentandosi, nel nuovo piano triennale illustrato nel cuore della City londinese, come una public company , giovane (previste 4mila assunzioni soprattutto nella fascia 20-30 anni) e innovativa (nel triennio messi a budget 15 miliardi di investimenti, di cui 10 in Italia). Un look irresistibile per chi, socio industriale o fondo, volesse entrare nel capitale del gruppo quando, entro giugno, con lo scioglimento di Telco (il veicolo a cui fa capo il 22,4% delle quote), gli attuali azionisti di riferimento (Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca oltre a Telefonica, che sostanzialmente ha già regolato parte della «successione» con l'emissione di un convertibile e un accordo con Vivendi). Presenti a Londra oltre al vertice, anche la prima linea manageriale pronta a fare chiarezza davanti a investitori e analisti (almeno una settantina presenti in sala), e giornalisti provenienti da Italia, Gran Bretagna e Brasile. In Borsa, al termine della giornata, risultato così così: -1% a 1,01 euro.
Dopo aver archiviato un 2014 in calo, con un giro d'affari di 21,5 miliardi (-5,4%) e un ebitda di 8,78 (-6,8%), Telecom è ora proiettata al ritorno alla crescita e a una diminuzione del debito (attualmente a 26,6 miliardi). L'ad Marco Patuano, al di là del target sulla leva (il rapporto tra debito ed ebitda) atteso a 2,5 dal 3 attuale, su cui da anni ormai c'è una forte attenzione, ha preferito non alzare il velo sulle altre indicazioni prettamente numeriche preferendo concentrarsi, nella presentazione, sulla volontà del management di «creare valore» grazie al nuovo piano 2015-2017. Un piano che prescinde, come sottolineato, dai possibili cambi nell'azionariato del gruppo e persino dalle agenzie di rating. «Non sono disposto a sacrificare la focalizzazione del piano su business e investimential rating », commenta Patuano a margine dell'incontro, pur precisando di voler tornare investment grade entro fine piano (un obiettivo importante anche dal punto di vista del costo del debito, attualmente al 5,4%, posto che la società poggia su un debito lordo di 34,4 miliardi, di cui 25,39 di bond). Target per cui il top management non ha avuto dubbi a mettere a dieta gli azionisti (con l'eccezione dei soci risparmio, per cui le cedole sono garantite per legge) per il secondo anno di fila. La decisione finale sulle cedole sarà presa solo con il cda del 19 marzo chiamato ad approvare i conti 2014 (quello annunciato ieri è un preconsuntivo), ma la dichiarazione di intenti del vertice è ben chiara.
La crescita nel triennio sarà organica e fondata sulle due parole chiave dell'universo futuro delle tlc: innovazione e convergenza. Sembrano quindi tramontate, almeno per ora, le ipotesi di acquisizioni in Brasile (per cui i riflettori erano da tempo puntati su Oi) sia in Italia (dove pare saltato l'accordo sulla rete con Metroweb). Il fatturato tornerà a crescere grazie alla maggiore richiesta di trasmissioni dati, in mobilità, ma soprattutto sul fisso, e la spinta alla redditività sarà sostenuta da un'offerta di servizi di qualità elevata. Per adeguarsi a questo scenario in profonda trasformazione, Telecom destinerà 2,9 miliardi allo sviluppo della fibra ottica e della banda ultralarga con un aumento di 1,1 miliardi rispetto al piano 2014-2016. Il messaggio al governo è chiaro, o almeno prova a esserlo: con o senza l'accordo con Metroweb, la società è pronta a procedere anche da sola. Nonostante le pressanti richieste di precisazioni, Patuano non ha comunque messo la definitiva parola fine sul fascicolo Metroweb. E probabilmente non è un caso. Quanto, poi, alla delicata questione della leva, il management si proporne di intervenire sia ricercando ulteriori efficienze (previsti risparmi di un miliardo cumulati nel triennio) sia con l'Ipo delle torri annunciato e atteso in Borsa entro l'estate.
È la fascia d'età dei giovani che possono rientrare nel programma di assunzioni annunciato ieri dai vertici di Telecom Italia durante l'incontro con gli analisti e la stampa a Londra
In miliardi è il volume di affari registrato da Telecom Italia nell'esercizio 2014. Il fatturato del gruppo di Tlc, rispetto al bilancio precedente, è comunque diminuito del 5,4%
A tanto, in miliardi di euro, ammonta il debito di Telecom Italia. Il manangement punta deciso a una riduzione durante i tre anni del piano.
Il costo del debito è attualmente al 5,4%In euro è la quotazione raggiunta ieri dal titolo Telecom alla Borsa di Milano. Nel giorno della presentazione dei conti e del piano triennale, le azioni sono scese dell'1 per cento
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