Telecom Italia approva i conti del primo trimestre, dopo una riunione del cda protrattasi per 8 ore a Milano. Il risultato è sostanzialmente in linea con quanto previsto dagli analisti. I ricavi, pari a 5,1 miliardi, sono in contrazione del 2,6%, ma sul mercato domestico calano in maniera più modesta rispetto ai trimestri precedenti (-2,8%). In discesa anche l'utile netto, pari a 80 milioni, a causa però dell'impatto della ristrutturazione del debito e dei «costi» del prestito convertendo. Senza queste partite straordinarie l'utile sarebbe migliorato e, grazie ad efficienze operative, avrebbe superato i 300 milioni contro i 222 milioni dello 2014.
In aumento gli investimenti sia in Italia sia in Brasile, secondo le indicazioni del piano industriale: in totale sono stati pari a circa un miliardo di euro, in aumento di 280 milioni rispetto al primo trimestre 2014. Telecom nel comunicato ha puntualizzato che in Italia la rete in fibra ottica raggiunge già il 32% della popolazione (più di 140 città) e la rete mobile 4G Lte oltre l'80% della popolazione.
L'anno scorso nel mese di marzo la rete in fibra copriva il 19% della popolazione mentre quella Lte era al 51%. Peggiora invece il debito, ora pari a 27,4 miliardi, in diminuzione di 99 milioni rispetto allo stesso periodo del 2014, ma in aumento di 779 milioni rispetto al 31 dicembre 2014. Questo a causa del flusso di cassa della gestione operativa, negativo per 455 milioni, che ha risentito di alcuni esborsi stagionali, nonchè di operazioni di cessione di crediti commerciali. L'impatto per minori cessioni, promette Telecom, sarà recuperato in corso d'anno.
Quanto al dossier Metroweb, l'ad di Telecom Marco Patuano ha fornito un'informativa al board, che ha preso atto dello stop delle trattative. A pesare è la mail con cui l'ad di Fsi, Maurizio Tamagnini aveva chiuso la porta in faccia a Telecom, che stava cercando una soluzione per prendere il controllo di Metroweb.
Una mail che i vertici di Telecom non digeriranno facilmente, nonostante la successiva apertura «politica» del presidente di Cdp Franco Bassanini che anche ieri, su Metroweb, ha puntualizzato «siamo aperti e lo resteremo sempre ad attuare la soluzione indicata dalle autorità competenti, ossia Antitrust e AgCom. È la soluzione preferibile ma non dipende solo da noi, ciascuno fa le sue scelte». Il modello societario, ha ribadito Bassanini, deve essere «aperto a tutti gli operatori» e «Telecom rivestirebbe il ruolo più importante perché è la società più importante, noi mettiamo il capitale». Secondo Bassanini, il piano del governo sulla banda larga «è all'altezza delle esigenze del Paese». Telecom però non la pensa allo stesso modo e sta procendendo con la sperimentazione del «metodo Fastweb», che prevede un mix di nuove tecnologie per rendere più performante la rete in rame.
Insomma, un modello molto più abbordabile economicamente da una società che ha i problemi di debito alto come Telecom, nonostante l'alto margine di liquidità (pari a 14,1 miliardi), che permette una copertura della scadenze oltre i prossimi 24 mesi. Quanto alla controllata Sparkle, ha visto ricavi in aumento pari a 310 milioni +3% rispetto al 2014.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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