La rete Telecom è al sicuro. Nei giorni caldi del cambio al vertice, con gli spagnoli di Telefonica alla finestra in attesa di capire le prossime mosse da fare nella contorta scacchiera delle telecomunicazioni italiane, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha firmato e trasmesso alle Camere il decreto sul golden power, che fa rientrare la rete di Telecom Italia tra gli asset strategici sui quali vigilerà il governo. Lo riferisce a Reuters una fonte governativa ricordando che il provvedimento è un Dpcm, un decreto della presidenza del Consiglio, che estende i poteri speciali del governo anche alle reti di Terna e Snam. E che tutela la rete individuandola come cruciale per la Difesa anche dalle mire di player europei (Telefonica dunque). Tuttavia, fonti europee, fanno notare che «seppur sia una strada difficile da percorrere, sul potere di veto deciso dal governo italiano potrebbe non andare tutto liscio e Telefonica stessa potrebbe fare appello a Bruxelles». Non è infatti da dimenticare che Commissione europea ha già deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue per aver mantenuto nell'ordinamento nazionale le disposizioni, vietate dal diritto comunitario, che conferiscono poteri speciali allo Stato nelle società privatizzate dei settori considerati «strategici», dalle tlc all'energia. Nel mirino di Bruxelles, «le interferenze distorsive, anche solo potenziali, connesse alla persistenza di poteri speciali attribuiti ai governi nazionali».
Certo, l'aver ricompreso la questione sotto il «cappello» della Difesa dovrebbe tenere lontana l'Europa. Ma la certezza, con lo spagnolo Joaquin Almunia alla guida della Concorrenza europea, manca. Ma tant'è, intanto sul tema l'Italia prende tempo in attesa che il 7 novembre la società metta nero su bianco il nuovo piano industriale. Un passaggio importante per definire il ruolo futuro degli spagnoli nel gruppo. «In quella occasione - ha spiegato l'ad Marco Patuano ai sindacati - si parlerà in particolare delle controllate sudamericane Tim Participacoes e Telecom Argentina. Sullo scorporo della rete l'azienda ha invece riferito «che gli atteggiamenti tenuti dalle autorità competenti e dal Governo hanno congelato il progetto» mentre è possibile la societarizzazione delle attività italiane.
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