Non si arresta la discesa in Borsa del titolo Telecom. Ieri ha messo in cantiere un nuovo ribasso del 1,47%% portando il bottino, negativo, da inizio maggio a -22%. L'ad Amos Genish ha promesso di perfezionare la separazione della rete, in Netco, una controllata al 100%, entro il prossimo gennaio, dopo l'ok di massima ricevuto dall'Agcom al progetto. Ma i contorni sono ancora da definire e il poco entusiasmo da parte degli investitori è d'obbligo.
Il progetto infatti potrebbe essere un successo o un clamoroso flop a seconda di quanto l'Agcom regolamenterà i costi di accesso alla rete in fibra di Telecom. L'ad lo sa e infatti ha già messo le mani avanti. «La nuova entità - ha detto - si basa sul quadro regolamentare e con costi di accesso che devono essere compatibili con l'esigenza di garantire lo sviluppo dell'infrastruttura di rete in fibra nel Paese. Siamo soddisfatti comunque della decisione dell'Agcom che ha giudicato possibile la nostra proposta di separazione. Ora siamo in attesa del risultato delle prossime consultazioni pubbliche e dell'analisi del mercato».
«Il semaforo verde dell'Agcom al progetto - ha detto Maurizio Mensi, presidente dell'Organo di Vigilanza sulla parità di accesso alla rete Tim - richiederà una rinnovata attività di vigilanza tesa innanzitutto a verificare l'effettivo conseguimento degli obiettivi indicati, per evitare fenomeni di carattere discriminatorio tra gli operatori di tlc retail che la utilizzeranno».
Genish è comunque preoccupato anche per i continui drastici cali dei prezzi di accesso. «A noi - ha detto - non sembrano sempre basati su un'accurata analisi dei costi e rischiano di minare la sostenibilità di Netco che stiamo per realizzare per cui dobbiamo essere sicuri che quella società abbia le risorse per sviluppare la fibra, dove è necessario, per i prossimi 10 anni». Questo perchè ha puntualizzato Genish, Netco è «l'unico player dominante in Italia nelle infrastrutture di tlc».
Nessun accenno ai concorrenti di Open Fiber con cui ci potrebbe esserci una fusione. Un' operazione che potrebbe andare in porto solo con la regia del governo, visto che Open Fiber fa capo a Enel e a Cdp. L'intenzione di Genish è quella di incontrare al più presto il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
Intanto l'altro ieri il Tar del Lazio ha deciso di sospendere la multa di 74,3 milioni che era stata comminata a Tim dal governo, nell'ambito del «golden power», per la mancata comunicazione del controllo «di fatto» da parte dei soci francesi di Vivendi.
E anche se l'udienza nel merito sarà solo il 4 luglio, Tim non ha voluto dare enfasi alla notizia, indubbiamente buona, forse per non iniziare l'iter della separazione della rete in contrapposizione con il governo. Molto più importante della multa infatti e la deregolamentazione delle tariffe all'ingrosso che Telecom farà pagare ai concorrenti per l'accesso alla sua rete in fibra.
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