Telecom, sull'intesa con gli ex ad scontro tra Telco e i soci minori

Tutti a Rozzano, giovedì prossimo alle 15, all'assemblea straordinaria di Telecom Italia. All'ordine del giorno c'è la transazione, che frutterebbe al gruppo circa 3 milioni, oppure l'azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori, Carlo Buora e Riccardo Ruggiero. Le vicende sono quelle legate alla creazione di dossier illegali dalla Security Telecom gestita ai tempi da Giuliano Tavaroli e, per Ruggiero, alla sottoscrizione di sim false che serviva a incrementare il numero di clienti.
Il cda di Telecom sarebbe molto propenso ad accettare la transazione, ma il voto dell'assemblea, nonostante la schiacciante maggioranza rappresentata dalla holding Telco che raggruppa i maggiori azionisti con circa il 22%, potrebbe non essere del tutto scontato. A pesare, una norma del codice civile. Se infatti anche solo il 5% degli azionisti presenti votasse contro, la delibera, che permetterebbe ai due amministratori di dormire sonni tranquilli a fronte di una minima (per loro) spesa, non sarebbe approvata, e si passerebbe al secondo punto all'ordine del giorno, ossia l'azione di responsabilità nei loro confronti.
Contro la transazione è da sempre schierata Asati, l'associazione dei piccoli azionisti guidata da Franco Lombardi. Per Asati, Buora è comunque colpevole per le pratiche illecite sulla security non avendo organizzato in maniera adeguata l'azienda. Se la quota di Asati, lo 0,6%, non impensierisce Telecom, sul voto pesa invece l'incognita di alcuni azionisti tra cui i fondi americani, come Blackrock e Alliance Bernstein, che dispongono di oltre il 4%, e soprattutto la Findim di Marco Fossati che ha quasi il 5% del capitale, che ha visto in questi anni una forte svalutazione del suo investimento e che potrebbe far pesare assai il suo voto. Pare oltretutto che i fondi americani, se non passasse l'approvazione della transazione, sarebbero pronti a votare l'azione di responsabilità contro gli ex amministratori. Un voto aperto dunque, come del resto pare ancora molto aperta la partita per la vendita della tv di Telecom Italia, La7.
Il prossimo appuntamento certo è per il 19 novembre, quando verranno svelati i nomi delle società pronte a fare offerte vincolanti per Ti Media. Ieri intanto Cairo Communications, concessionaria della pubblicità de La7, avrebbe presentato un'offerta. Il patron Urbano Cairo parrebbe intenzionato a correre da solo e non in tandem con H3g (che ha offerto 300 milioni) come sembrava da alcune indiscrezioni e avrebbe assoldato come advisor Lazard. Gli altri pretendenti alla mano di Ti Media sono Clessidra, Discovery. In pole position ci sarebbe però il fondo di Claudio Sposito che ha fatto l'offerta più alta valutando la società circa 350 milioni di euro. Clessidra punterebbe a tenere unita Ti Media senza separare le reti televisive dai multiplex.

E questo perchè i canali televisivi sono da sempre in profonda perdita: dal 2003 a oggi il network ha chiuso tutti i bilanci in rosso, accumulando un passivo di oltre 400 milioni e anche nel primo semestre dell'anno Ti Media ha accusato una perdita di 35 milioni, anche a causa dei forti aumenti dei costi di palinsesto.
Infine ieri, sul fronte della rete di nuova generazione, è partita da Monza la collaborazione tra Telecom e Fastweb per collegare ad alta velocità circa 110mila cittadini e circa 10mila utenze business.

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