Maddalena Camera«Vivendi non è arrivata in Telecom per conto di terzi». Lo spiega l'ad della società francese Arnaud de Puyfontaine, ieri sottoposto al fuoco delle domande in Senato della Commissione Lavori pubblici e comunicazioni, presieduta da Massimo Mucchetti. Nessun «portage» per Orange nè piani per un consolidamento delle tlc europee dietro l'investimento da 3 miliardi in Telecom, che ha consentito a Vivendi di essere oggi il primo azionista con una quota del 21,39%. «Non ci muoviamo per altri, vogliamo sviluppare un piano industriale strategico» - ha ribadito Puyfontaine- Non c'è nessuna connessione tra noi e Orange e neppure con Xavier Niel». Ossia l'altro francese presente con opzioni e derivati nel capitale di Telecom. Il manager di Vivendi spiega l'investimento facendo leva sulle strategie del gruppo sul fronte dei contenuti con l'obiettivo è diventare un player mondiale. Del resto si sa che il primo business di Vivendi è Canal Plus ossia la prima pay tv francese, messa un po' in crisi dall'arrivo di Netflix e di altri contenuti presenti in rete. In effetti la società Usa leader della tv via Internet è stato l'esempio fatto dal manager francese in audizione. «Cinque anni fa Netflix non esisteva mentre oggi fornisce accesso tv al pubblico in tutto il mondo, investe molto nella produzione dei contenuti ed è diventato concorrente di Vivendi. La nostra mossa con Telecom va vista nel contesto di questa strategia per diventare un player mondiale» - ha detto de Puyfontaine. Per questo Vivendi vuole creare un soggetto europeo con basi solide che possa competere ad armi pari con i grandi player Usa. «Quello che è in gioco in Italia - ha proseguito - è l'opportunità di creare autostrade di comunicazione per dare i contenuti migliori e accesso alla rete ai consumatori. La voce non fa più soldi, il futuro è fatto di contenuti e intrattenimento da una parte e servizi dall'altra. Oltre all'ecommerce ci sarà anche la possibilità di collegare tutti gli elettrodomestici in rete per comandarli a distanza o di fornire servizi di cloud avanzati per piccole e medie imprese». Per far questo servirà poter avere a disposizione una rete a banda ultralarga di buona qualità. E si sa che Telecom è impegnata a fare forti investimenti sulla rete in Italia. Quanto alle possibili alleanze che si potranno realizzare sul fronte della rete de Puyfontaine non si sbilancia: conosce il possibile interesse di Telecom per Metroweb e i rappoporti con Cdp ma sa che c'è anche altro e si è detto inoltre favorevole per possibili accordi con Enel per la posa della fibra. Quanto al debito per il manager francese non è un problema in quanto Telecom è un'azienda «di valore e con grande potenzialità di sviluppo e quindi non riteniamo che il livello del debito non sia un handicap quando si tratta di fare investimenti con le giuste strategie». E sul tema Brasile, ossia se vendere o no Tim Brasil non c'è ancora una posizione definita: «Stanno lavorando il presidente Recchi e l'ad Marco Patuano». Su possibili progetti con Mediaset, de Puyfontaine ha risposto che al momento non c'è nulla ma «in futuro chissà».
In questo caso la possibilità sarebbe quella di un'alleanza con Premium, la tv a pagamento del gruppo del biscione. Le domande sono state talmente tante che de Puyfontaine ha promesso di rispondere a tutte per lettera. Ieri Telecom in rialzo: + 4,7%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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