Terna fa il pieno di ricavi. E accelera sul green

Profitti a 789 milioni, sale il dividendo (+8%). Donnarumma avvia l'uscita dal Sud America

Terna fa il pieno di ricavi. E accelera sul green

Ricavi in crescita e un utile netto pari a 789,4 milioni nel 2021 per Terna che fa segnare il «primato storico» di 37 nuove opere autorizzate dal ministero della Transizione ecologica e dalle diverse Regioni, per un valore complessivo di oltre un miliardo. Gli investimenti del gruppo guidato dall'amministratore delegato Stefano Donnarumma hanno inoltre raggiunto quota 1,5 miliardi (+12,6%), quasi quadruplicati rispetto all'anno precedente, e si sono concentrati sulle rinnovabili. Terna ha poi deciso di avviare la valorizzazione degli asset in Sud America, con l'obiettivo di uscirne entro l'anno.

Ma guardiamo più da vicino i conti: Terna ha chiuso lo scorso anno con ricavi in crescita del 4,6% a 2,604 miliardi e un utile netto in aumento dello 0,5% a 789,4 milioni; bene anche l'ebitda (+2,4%). Una solidità che ha permesso a vertice di proporre ai soci un dividendo pari a 29,11 centesimi ad azione (+8%). L'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre si è attestato a 10 miliardi (9,1 miliardi a dicembre 2020).

Tutto questo nonostante il 2021 sia stato un anno ancora segnato dalla pandemia, pur con una ripresa dei consumi elettrici italiani, +5,6% rispetto al 2020, e il ritorno ai livelli pre-Covid. Quanto invece all'Ucraina e alla fiammata dei prezzi dell'energia e del gas, Donnarumma ha spiegato di non prevedere «un impatto diretto» sul gruppo «se continuiamo a implementare il nostro piano e a gestire con il giusto metodo». «Il nostro ruolo - ha spiegato - è gestire il flusso dell'elettricità nel Paese e consentire la crescita delle installazioni di rinnovabili e delle interconnessioni, e tutto questo è nel nostro piano». E anche su eventuali criticità delle catene di fornitura per il Tyrrhenian Link «abbiamo analizzato la situazione, considerando il possibile impatto della guerra, e siamo veramente in una confort zone», ha osservato il top manager, che non vede problemi nell'arco di qualche mese.

Per Donnarumma, in ogni caso, «la soluzione più importante per l'Italia per il prossimo periodo sarebbe consentire più istallazioni di fonti rinnovabili e arrivare in pochi anni» almeno al 50-60% di queste produzioni.

E nel frattempo anche «fornire l'istallazione di accumulatori elettrici per le differenti tecnologie», anche con l'idrogeno e altre soluzioni. L'ad infine ha ammesso che in questo momento è comunque difficile immaginare uno stop alle forniture del gas russo per il nostro Paese.

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