Terremoto ai vertici di Saipem, provocato dall'indagine avviata dalla Procura di Milano per una presunta corruzione su alcuni contratti in Algeria.
Pietro Franco Tali, ad dell'azienda controllata da Eni con il 43%, si è dimesso e al suo posto è stato nominato il membro non esecutivo del cda, Umberto Vergine. Lascia anche il direttore finanziario del gruppo del Cane a sei zampe, Alessandro Bernini, già cfo di Saipem fino al 2008. Dopo una riunione durata oltre due ore, il consiglio ha inoltre deciso ieri di sospendere in via cautelare il chief operating officier della Business unit engineering and construction, Pietro Varone, e un altro dirigente di cui non è stato reso noto il nome.
L'indagine dei magistrati milanesi si focalizza in particolare sulla commessa che Saipem si è aggiudicata nel 2009, in compartecipazione con la compagnia petrolifera di Stato algerina Sonatrach (a sua volta al centro di una scandalo per corruzione e malversazione che ha portato alle dimissioni del presidente e di 15 dirigenti), per la realizzazione di alcuni lavori di costruzione del gasdotto Gk3, destinato ad alimentare, tra l'altro, il Galsi, il futuro impianto che dovrebbe collegare il Paese nord africano alla Toscana attraverso la Sardegna. Un contratto del valore di 580 milioni di dollari che, stando a quanto riportato negli ultimi giorni dalal stampa algerina, sarebbe stato strappato da Saipem «in condizioni dubbiose» in cambio di «servizi» o «commissioni».
Insomma, una storia su cui la Procura meneghina vuole vederci chiaro, così come la società finita nel ciclone. Il cda ha disposto un'indagine interna, che vedrà il coinvolgimento di consulenti esterni, per appurare se sono state correttamente applicate le procedure in tema di anticorruzione e prevenzione di attività illecita adottate da Saipem. Tali ha dichiarato di essere convinto che l'attività della società si sia sempre svolta «nel rispetto delle leggi applicabili, delle procedure interne, del codice etico e del modello 231 e che la società si difenderà con successo nelle sedi opportune». «Tuttavia - conclude Saipem - pur non essendo in alcun modo coinvolto nelle vicende oggetto di indagine, (Tali) ritiene che le proprie dimissioni possano consentire la migliore difesa» della società nel contesto delle indagini.
La «decapitazione» del top management era già nell'aria da qualche giorno, dopo che erano filtrate notizie sulla notifica alla società di San Donato di un'informazione di garanzia da parte dei magistrati milanesi. Prima della sospensione in Borsa, il titolo era infatti arrivato ieri a sfiorare una perdita del 5 per cento.
Eni ha intanto annunciato nuove scoperte di gas naturale all'interno del complesso di Mamba, nell'Area 4 dell'offshore del Mozambico. Il gruppo del Cane a sei zampe stima che il pieno potenziale del complesso di Mamba raggiunga i 2.115 miliardi di metri cubi di gas.
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