Con una buona idea di valorizzazione degli asset; l'accordo tra Inwit e Vodafone per la rete 5G; le promesse di tagli ai costi e una maggiore attenzione alla gestione, l'ad di Telecom Luigi Gubitosi chiude i primi 100 giorni al vertice della società con una vittoria destinata a minare il possibile consenso dei fondi di investimento verso il socio di maggioranza della società, Vivendi.
Non c'è dubbio infatti che, scegliendo Gubitosi, il fondo attivista Usa Elliott - che ha conquistato la governance il 4 maggio scorso - abbia segnato un punto a suo favore per la prossima assemblea del 29 marzo. Il piano presentato da Gubitosi ha raccolto il favore del mercato tanto che, nonostante l'annuncio di 1,4 miliardi di perdite, l'azione ieri ha messo in cantiere un +1,6%.
Quanto alla controllata Inwit - la società della torri controllata al 60% che l'ex ad Amos Genish voleva vendere - ha fatto un balzo del 13,9%. Gubitosi, che ha trovato un mercato domestico devastato sul fronte delle tariffe della telefonia mobile per l'arrivo di un concorrente aggressivo come Iliad, ha deciso di valorizzare gli asset in portafoglio cominciando da Inwit e siglando un accordo con Vodafone. Del resto anche l'operatore inglese non sapeva bene cosa fare delle sue torri trasmissive. Il risultato è la creazione di quello che, se ben gestito, potrebbe diventare un nuovo campione infrastrutturale per il 5G, che, secondo l'ad di Inwit Giovanni Ferigo, oltre a creare un campione italiano con circa 22mila siti, potrebbe crescere fuori dai confini nazionali.
«Con Vodafone - ha detto Gubitosi in conference call con gli analisti - è stato siglato un accordo «importante» che ora l'azienda vuole chiudere entro l'anno per essere operativi dal 1 gennaio prossimo». La strategia dell'ad è quella di fare annunci e non promesse. «Tim deve fare meno annunci e più esecuzione» ha detto, spiegando che questa strategia sarà alla base anche dell'altro fronte infrastrutturale aperto, quello con Open Fiber. Con il gruppo controllato da Enel e Cdp, Telecom sta valutando tutte le opzioni possibili per realizzare una rete fissa comune; anzi ha detto l'ad con una citazione da un celebre libro, «50 sfumature di rete». I tempi per l'operazione saranno comunque lunghi. L'ad ha però detto di non escludere nessuna opzione «anche la possibile perdita del controllo».
La sfida di Gubitosi è anche quella di cambiare la cultura aziendale, operazione non semplice per un'azienda da 50 mila dipendenti con una età media alta: 48 anni. Per creare consenso l'ad ha attivato un canale interno con il quale i dipendenti posso scrivergli direttamente.
Per Gubitosi comunque l'obiettivo più importante è l'abbattimento del debito previsto, al 2022, a 22 miliardi di euro (oggi sono 25) grazie al taglio dei costi è fatto. Tra gli obiettivo anche il rilancio di Sparkle e la vendita di Persidera che dovrebbe passare a F2i, il fondo infrastrutturale che ha già comperato da Mediaset le torri tv di Ei Towers. Se l'abbattimento del debito sarà più rapido del previsto, il dividendo potrebbe arrivare.
«Non sono sicuro che riusciremo, durante il piano, a raggiungere un livello investment grade sul debito che ci farebbe stare più tranquilli - ha detto Gubitosi- ma accelereremo il deleverage e in caso lo consideremo perché ci interessa moltissimo». L'ad è anche favorevole alla conversione delle azioni risparmio in ordinarie, ma «è una decisione che deve prendere l'assemblea».
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