Tim, il cda dà più tempo a Open Fiber per l'offerta

Proroga a fine novembre, ma salta l'esclusiva. Sullo sfondo il piano alternativo del governo

Tim, il cda dà più tempo a Open Fiber per l'offerta

Open Fiber aveva chiesto più tempo per l'offerta sulla rete, il cda di Tim gliel'ha concesso. Anche se adesso la trattativa non sarà più in esclusiva. Questo è quanto emerso ieri dalla riunione del board della tlc, che si è riunito in mattinata per formalizzare una decisione che era nell'aria già da alcuni giorni. La nuova scadenza è per il 30 novembre, quindi un mese di tempo in più per arrivare alla proposta non vincolante e al traguardo del 2023 per arrivare alla proposta vincolante. Nelle settimane scorse Cdp Equity, Macquarie e Open Fiber avevano comunicato che il processo di valutazione, data l'ampiezza della transazione e il tempo necessario ad analizzare tutta l'informazione ricevuta da Tim, richiedeva un'estensione. Richiesta che è stata accolta dal cda di Tim.

Un prolungamento della scadenza che permetterà di essere della partita anche al nuovo governo Meloni, che ha idee diverse da quelle prospettate dall'ad di Tim, Pietro Labriola. Il progetto dell'ad, partorito sotto il governo Draghi, prevede che Open Fiber (controllata al 60% da Cdp e al 40% da Macquarie) formuli un'offerta per rilevare la rete, scindendola dai servizi. In seguito, avviare la fusione per creare la tanto desiderata rete unica con Open Fiber. Il memorandum d'intesa, firmato a maggio, prevedeva l'arrivo di un'offerta entro il 31 ottobre. Ora però è cambiato tutto e, proroga al 30 novembre a parte, il partito del premier, Fratelli d'Italia, ha in testa un piano alternativo, detto Minerva, che prevedrebbe un'Opa di Cdp su Tim, per poi cedere Tim Brasil e il ramo servizi. Più tardi, rilevare tramite la nuova Tim anche la quota di controllo di Open Fiber e arrivare alla rete unica. Per capire se ci sarà una virata in questa direzione, però, bisognerà attendere il completamento della nomina del segretario alla Transizione digitale, con Alessio Butti che dovrebbe essere il favorito per tale carica.

Attenzione, però, la trattativa per la rete di Tim non sarà più in esclusiva, questo significa che potrebbero affacciarsi al dossier anche nuovi attori, come i fondi, con la possibilità che si inneschi un'asta. Circostanza che farebbe senz'altro piacere a Vivendi, la quale vorrebbe valorizzare la rete (inclusa Sparkle) con 31 miliardi di euro. Il titolo di Tim, intanto, ieri ha chiuso in calo dell'1,45%, a un prezzo di 0,19 euro per azione.

Intanto, è arrivato un «no comment» della Commissione Ue sulle indiscrezioni di Repubblica, circa la possibilità che le autorità europee mettano dei paletti a un'eventuale operazione di fusione tra Tim e Open Fiber, con la richiesta di dismettere parti della rete nelle cosiddette «aree nere», nei centri urbani in cui la domanda è maggiore.

La transazione con la quale dovrebbe essere unificata la rete di Tim con quella di Open Fiber, ha dichiarato la portavoce della Commissione per la Concorrenza, Arianna Podestà, «non ci è stata notificata. Sta alle parti valutare se una transazione supera le soglie rilevanti e ci deve essere notificata, quindi allo stato non abbiamo commenti».

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