Economia

Caso Tim, Kkr pronta a "un'offerta amichevole"

La società statunitense vorrebbe acquistare l'intero capitale del gruppo di telecomunicazioni italiano, oggi il tavolo del Cda straordinario di Tim. Il governo valuta la possibilità di istituire un supercomitato per discutere del golden power

Caso Tim, Kkr pronta a "un'offerta amichevole"

Si è tenuto oggi il tavolo convocato dal Cda straordinario di Tim per discutere in merito alla proposta di acquisto recentemente avanzata dal fondo Kkr. La società statunitense di investimenti, infatti, sarebbe interessata ad ottenere l'intero capitale del gruppo di telecomunicazioni italiano. Tramite Kkr Infrastructure, il fondo straniero sarebbe già socio al 37,5% di FiberCop, azienda italiana operante nel mercato delle infrastrutture di rete legata proprio a Tim.

Le decisioni del Cda

Delicatissimo l'argomento trattato nel corso della riunione del Cda, specie dopo le tensioni delle ultime ore. La riunione si è tenuta in seguito alla lettera di 11 consiglieri che chiedevano una discussione sulla governance, dichiarandosi scontenti.

Al termine della riunione, conclusasi in serata, i fondi Advent e Cvc si sono detti "aperti a discutere con tutti gli stakeholders per trovare una soluzione di sistema per il rafforzamento di Tim", specificando di non aver avuto al momento contatti con la società Vivendi per pensare ad una proposta alternativa a Kkr.

Il Cda di Tim ha invece fatto sapere di aver preso atto della intenzione di Kkr di effettuare una possibile operazione sulle azioni, allo stato "non vincolante e indicativa", con un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni ordinarie e di risparmio della società, volta al delisting. La proposta, fra l'altro di pubblico dominio, sarebbe soggetta alla condizione del raggiungimento della soglia di adesione minima del 51% del capitale sociale di entrambe le categorie azionarie, spiega il Cda, come riportato da Agi.

La manifestazione d'interesse di Kkr, prosegue la comunicazione, è stata qualificata come amichevole, "aspira ad ottenere il gradimento degli amministratori della società e il supporto del management". "Essa è, allo stato, condizionata tra l'altro allo svolgimento di una due diligence confirmatoria di durata stimata in quattro settimane, nonchè al gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti", si legge ancora nel comunicato.

E ancora: "Il prezzo indicato da Kkr nella manifestazione d’interesse, da pagare interamente per cassa – da considerarsi allo stato, oltre che non vincolante, anche meramente indicativo – sarebbe pari a Euro 0.505 per azione ordinaria o risparmio". L'offerta del fondo americano, fa saper Tim, costituisce un premio del 46% rispetto agli 0,3465 euro con il quale le ordinarie di Telecom hanno chiuso la seduta lo scorso venerdì. L'offerta, dunque, valuta la compagnia circa 11 miliardi di euro (ovvero il 60% in più del valore attuale).

Le reazioni dei sindacati e della politica

In seguito alla notizia della proposta del fondo Kkr, c'è stata la forte reazione di Uilcom Uil, con il suo segretario generale Salvo Ugliarolo che si è detto pronto a lanciare una mobilitazione per difendere il patrimonio del Paese. Ugliarolo ha inoltre definito "imbarazzante" il silenzio del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Stefano Fassina di Leu, invece, ha richiesto un'audizione in Parlamento da parte del governo per parlare del destino di Tim, Fibercop e Tim Sparkle.

"Il mercato è il mercato e va rispettato, ma la rete è la rete. Ennesimo balletto intorno a Tim, al quale non si può guardare con distrazione o facendo affidamento soltanto sulle libere dinamiche economiche. La rete di telecomunicazioni è un pezzo di Paese ed ha una valenza strategica fondamentale", ha commentato il rappresentante di Forza Italia Maurizio Gasparri, come riportato da Adnkronos. "L'applicazione delle norme 'Golden Power' va attentamente valutata dal governo in relazione alla richiesta di acquisto di Tim da parte del fondo americano Kkr", ha affermato anche il presidente dei deputati di Forza Italia Paolo Barelli, che spiega come la legge italiana tuteli le imprese impegnate in settori strategici dall'acquisto da parte di società straniere. "Il governo si esprima quanto prima a tutela degli interessi nazionali", ha concluso Barelli.

A lanciare l'allarme è anche l'ex premier Giuseppe Conte, che chiede al governo di mantenere la massima attenzione sul caso per garantire la tutela degli interessi nazionali. "M5S anche per le garanzie sui livelli occupazionali è in prima linea", ha promesso Conte nel suo commento postato su Twitter. "Il governo Draghi garantisca la massima attenzione alla tutela degli interessi nazionali nel settore delle telecomunicazioni", è stato invece il commento più diretto del rappresentante di Fratelli d'Italia Federico Mollicone. "Tim è un'azienda strategica per la nazione e come tutti i 'gioiellì industriali va tutelato dall'acquisto di società straniere. Il Parlamento sia centrale nell'applicazione delle norme sul Golden power: il governo riferisca in Parlamento", ha aggiunto.

Al momento il governo starebbe valutando un supercomitato di ministri ed esperti per discutere sulla possibilità di usare o meno il golden power per tutelare la rete italiana. A far parte del gruppo di lavoro i ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Vittorio Colao, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, il sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli, il consulente economico Francesco Giavazzi ed il capo di gabinetto del Mef Giuseppe Chinè.

Le dichiarazioni del Mef

Preso atto delle dichiarazioni del Cda di Tim, il ministero dell'Economia e delle Finanze ha emanato una nota ufficiale in cui comunica l'intenzione del governo italiano di seguire con attenzione la vicenda e di valitare l'applicazione del golden power. In ogni caso, prosegue il Mef, l'interesse mostrato da certi investitori nei confronti delle aziende italiane è una notizia positiva per l'Italia.

Lo scopo dell'esecutivo, si legge ancora nel comunicato riportato dalle agenzie di stampa, è quello di "assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell'infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell'occupazione".

Proprio per tutelare gli interessi italiani, ci sarebbe l'intenzione di istituire un gruppo di lavoro "composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti" per discutere sul da farsi.

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