Economia

Tim riparte (+8,4%), torna l'effetto Kkr

Il fondo Usa non chiude alla rete unica e la Borsa vede il riassetto. Il rebus dell'Opa

Tim riparte (+8,4%), torna l'effetto Kkr

Tim vola in Piazza Affari e chiude la seduta in rialzo dell'8,4% a 0,326 euro spinta dalla conferma dell'interesse di Kkr. Una settimana fa il gruppo tlc guidato da Pietro Labriola aveva deciso di avviare una interlocuzione con il fondo Usa, a quattro mesi di distanza dalla sua manifestazione di interesse. Insomma, secondo gli analisti, il riassetto ci sarà e forse potrebbe anche materializzarsi un'Opa visto che Kkr, nella risposta inviata a Tim, si dice anche pronto a discutere della possibile integrazione della rete fissa del gruppo tlc (il fondo è in ogni caso già azionista di FiberCop con il 37,5%) con Open Fiber, pur specificando che un simile percorso è comunque «al di fuori della nostra proposta».

La realizzazione della rete unica è infatti uno degli obiettivi del governo come ribadito, nel corso Bloomberg Italy Capital Markets Forum 2022 di Milano di mercoledì, da Francesco Giavazzi, consigliere economico della presidenza del consiglio e da Dario Scannapieco, ad di Cassa Depositi e Prestiti che detiene il 60% di Open Fiber e il 9,8% di Tim.

Non solo KKr, dopo aver accennato a «scambi positivi» con le autorità italiane, hanno chiarito che accoglieranno «con favore una discussione sulle considerazioni antitrust di una potenziale combinazione con Open Fiber». Il fondo Usa ha tuttavia precisato che, pur essendo «in generale favorevole», una simile integrazione, «date le sue caratteristiche», sarebbe subordinata all'approvazione della Commissione Europea e delle altre autorità regolatorie, oltre a «dover rappresentare un valore accrescitivo per FiberCop e per i suoi azionisti anche prendendo in considerazione di potenziali rimedi antitrust».

È bastato questo a mettere le ali al titolo in Borsa nonostante Kkr, in attesa della due diligence (che, secondo indiscrezioni, sarebbe meno estesa rispetto alle quattro settimane di analisi chieste a novembre), non abbia più fatto riferimento al prezzo di offerta individuato lo scorso novembre, ovvero a 0,505 euro per azione per un totale di 10,8 miliardi (rispetto all'attuale capitalizzazione del gruppo di 6,8 miliardi).

«Si tratterebbe di una evoluzione positiva considerando che l'attuale percezione del mercato riteneva poco probabile la finalizzazione di una offerta», commenta Banca Akros. «Riteniamo che la situazione sul fronte Kkr sia ancora fluida e che le ipotesi di una valorizzazione dei singoli asset sia più concreta rispetto a quella dell'intera compagnia telefonica» considera invece Equita. Entrambi i broker fissano un obiettivo di prezzo sul titolo a 0,4 euro.

Oltre a Kkr, anche altri fondi sono scesi in campo chiedendo l'accesso ai dati dell'ex monopolista come Cvc Capital Partners, interessata alle attività corporate di ServCo nella riorganizzazione del gruppo.

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