Economia

Tim, Rossi lavora al cda. Cassa depositi al bivio

Cdp deve decidere se presentare o meno una lista propria. Il 23 febbraio faro sui conti

Tim, Rossi lavora al cda. Cassa depositi al bivio

Il nuovo governo dovrà dire la sua anche sul progetto rete unica che si intreccia inevitabilmente con il destino di Open Fiber, di cui la Cdp controlla il 50%. La settimana prossima, il 23 che è anche giorno dei conti, Tim avrà certamente le idee più chiare sulla lista di nomi del suo nuovo cda (le candidature si possono avanzare fino al 6 marzo), quello che dovrebbe poi varare il proprio progetto rete unica.

Intanto ieri la società presieduta da Salvatore Rossi ha confermato l'assemblea per il 31 marzo prossimo sempre in modalità «a distanza» come lo scorso anno dove però non era in calendario il rinnovo del consiglio. Questa volta non ci saranno battaglie epocali come quella dell'ultimo rinnovo del cda tra Elliott e Vivendi. Il fondo Usa infatti è praticamente uscito da Tim, mentre Vivendi entrerà nella lista che lo stesso Rossi sta preparando. In realtà, i posti in cda sono limitati. Infatti tra i 10 nomi della lista di maggioranza almeno tre dovrebbero andare ai francesi (ora ne hanno 5) che hanno circa il 24% di Tim, tra cui Arnaud de Puyfontaine e Marella Moretti, altri due posti andranno a all'ad Luigi Gubitosi e allo stesso Rossi che saranno riconfermati. Restano quindi scoperti cinque posti.

Cdp che ha circa il 10% di Tim dovrà dunque decidere cosa fare. La Cassa dovrebbe riunire il suo consiglio il 22 febbraio ma se indicasse candidati per la lista di maggioranza del board ci sarebbero due azionisti le cui quote, se sommate, supererebbero la soglia dell'Opa. La Cassa deve decidere anche il da farsi sul dossier Open Fiber dopo che Enel lo scorso 17 dicembre ha avviato la vendita al fondo australiano Macquarie di una quota tra il 40 e il 50%. Il termine scade il 25 febbraio. Uno dei principali nodi dell'operazione relativa a Open Fiber riguarda il prezzo. Enel ha accettato l'offerta del fondo infrastrutturale Macquarie (2,65 miliardi di euro), mentre in caso di cessione del 40%, il corrispettivo si attesterà a 2,12 miliardi. Ad Enel arriverebbe un ulteriore conguaglio se la società dovesse incassare un risarcimento da Tim per la chiusura di un contenzioso con Open Fiber su comportamenti anti-concorrenziali, mentre l'altro «earn out» è legato alla realizzazione del progetto di «rete unica». Cdp starebbe trattando con Macquarie per trovare un accordo sulla governance rilevando magari un'altra piccola quota.

Quanto alla lista la Cassa potrebbe scegliere rappresentanti nei 5 consiglieri della lista di minoranza che sarà presentata da Assogestioni, presentare una lista propria o «appoggiare» quella di Tim.

Per farlo c'è tempo, sempre, fino al 6 marzo.

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