Economia

Tim alla svolta digitale Calenda mette i paletti

Genish: "Così punteremo sui nuovi servizi 5G". Il ministro: "Necessaria una rete più neutrale"

Tim alla svolta digitale Calenda mette i paletti

Lo sviluppo della rete a banda ultralarga agita i sonni del governo Gentiloni. Senza l'autostrada digitale, nei prossimi anni, non si andrà da nessuna parte. Lo sa bene il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che ha chiesto a Tim «una rete più neutrale» assicurando, quanto al golden power, che l'obiettivo non è quello di comminare al gruppo la multa più grande possibile.

L'ex-monopolista ha operato una separazione funzionale sulla rete con Open Access. Ma c'è un problema: la rete Tim è vecchiotta e va adattata ai nuovi servizi digitali. L'ad di Tim, Amos Genish, si è fatto portavoce del cambiamento ieri durante un incontro con i partner a Torino. «Nel nuovo piano industriale che sarà presentato a febbraio-marzo - ha detto l'ad -Tim vuole diventare un player digitale e non solo un operatore di tlc». La società punta a creare valore tramite nuovi servizi dedicati a privati, aziende e pubblica amministrazione. Per questo chiede alle Autority regole uguali per tutti. Compresi gli Ott, colossi come Google e Facebook che dalla rivoluzione digitale hanno incamerato utili enormi mentre le società di tlc hanno perso, in Italia,10 miliardi di fatturato. La sfida che Tim si propone è difficile. Deve infatti rivoluzionare la rete «tradizionale», rendendola più agile usando le piattaforme «cloud», ossia virtuali, per gestirla. Con la digitalizzazione, che sarà evidentemente l'asse portante del nuovo piano industriale, l'idea è quella di «spegnere» le infrastrutture «legacy» che fanno di Tim il maggior consumatore di energia elettrica in Italia dopo le Ferrovie. Insomma meno hardware e più software per dotare la rete di quella «intelligenza» digitale che rende nervosi i sindacati perché temono la perdita di posti di lavoro. Un cambiamento forte che porta con sè anche il seme per la creazione di nuove professioni legate sopratutto allo sviluppo della rete mobile 5G, quella delle cose, su cui Tim punta molto per rivitalizzare, nei prossimi anni, il suo conto economico.

Per il sottosegretario al Mise Antonello Giacomelli, che ha rivendicato la bontà del piano per lo sviluppo della fibra voluto dall'ex governo Renzi - che ha portato alla creazione di Open Fiber, «si sta creando con Tim un buon clima di collaborazione». Quasi un paradosso visto che proprio Open Fiber, società per la fibra ottica partecipata da Enel potrebbe diventare il suo principale concorrente. «Il tema della rete - ha detto Giacomelli- è industriale.

L' obiettivo è di avere infrastrutture a prova di futuro, aperte a tutti, adeguate a garantire lo sviluppo del Paese».

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