Economia

Tirrenia prova a evitare il naufragio. Chiesto il concordato in continuità

Previste delle cessioni. Ma Onorato pronto a tutelare addetti

Tirrenia prova a evitare il naufragio. Chiesto il concordato in continuità

Venti giorni di trattative in alto mare e, alla fine, la famiglia Onorato sembra aver trovato la quadra per la sopravvivenza della Compagnia italiana di navigazione (Cin), un accordo con l'amministrazione straordinaria dell'ex Tirrenia e con gli altri creditori sulla ristrutturazione del debito: si tratta di 180 milioni che i commissari devono ancora incassare, oltre ai 500 milioni di esposizione con le banche e gli obbligazionisti. Vincenzo Onorato (in foto), ha infatti depositato al tribunale di Milano la domanda di ammissione al concordato preventivo «in continuità» che punta, spiega una nota dell'ex Tirrenia, «ad assicurare le migliori condizioni per il rilancio dell'impresa, il mantenimento dei servizi ai clienti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell'indotto in un settore, come quello marittimo, tra i più colpiti dalla pandemia».

Resta da vedere se il tribunale di Milano accoglierà o meno la proposta. In caso negativo, potrebbe definitivamente mettere la parola fine sui viaggi dell'ex compagnia marittima di bandiera, oggi del Gruppo Onorato, decretandone quindi il fallimento. I dettagli ancora non si conoscono, ma si sa che qualche taglio ci sarà. È prevista, infatti, la vendita di alcuni asset anche se il piano si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro (sono 6mila i dipendenti) e delle rotte senza chiedere alcun tipo di contributo. Cosa questo voglia dire nella pratica è ancora da capire, ma si può ipotizzare che si vada verso la cessione di alcuni traghetti, visto che alcune tratte non saranno più servite dal gruppo, come la Termoli-Tremiti o la «triangolazione» Napoli-Cagliari-Palermo. A sostenere il salvataggio è sceso inoltre in campo il fondo «Europa investimenti» già cavaliere bianco nell'azione debitoria da 640 milioni.

«Grazie al fondo italiano annuncia il vettore marittimo - pagheremo 77 milioni di euro in favore di banche e bondholders (principalmente hedge fund, ndr), ovvero l'intero debito di Cin nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi, con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in AS». Rassicurazioni che al momento non convincono i sindacati confederali, che pretendono «chiarezza» su più fronti.

La Uiltrasporti sollecita «un tavolo istituzionale e uno aziendale» e la Filt-Cgil auspica che «la ricostituzione del debito venga accolta» per salvare servizi e operatori. Infine la Fit-Cisl chiede garanzie per lavoratori e per la mobilità

Commenti