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Torna la guerra del cashback: cosa può succedere

Conte rilancia il suo cavallo di battaglia, ma trova il muro di Draghi. Il M5S arriva a minacciare: "Non abbiamo firmato assegni in bianco, pretendiamo il rispetto degli impegni"

Torna la guerra del cashback: cosa può succedere

Sul terreno dello scontro politico è pronto a piombare nuovamente il cashback, la misura introdotta dall'ex governo giallorosso nel tentativo di digitalizzare i pagamenti e contrastare l'evasione. Il bilancio della norma però ha portato alla luce alcune falle rispetto agli obiettivi fissati, spingendo così l'attuale esecutivo a sospenderlo nel secondo semestre 2021 con un decreto legge. Adesso però il tema è tornato in auge, con Giuseppe Conte che ha chiesto di "riattivare il cashback" dicendosi comunque aperto ad alcuni miglioramenti.

La guerra sul cashback

Il fronte è caldo. Il Movimento 5 Stelle è pronto anche agli opportuni correttivi per promuovere l'equità e favorire l'accesso allo strumento senza incrementare le disuguglianze. Ad annunciarlo è stato il deputato grillino Michele Gubitosa, convinto che il cashback rappresenti un efficace incentivo ai consumi nei negozi delle città: "Bisogna fare presto". L'esponente pentastellato ha chiesto al governo di rispettare gli impegni presi, pretendendo "chiarezza" sulle promesse fatte da Palazzo Chigi.

Le posizioni del M5S però devono fare i conti con il muro alzato dal premier Mario Draghi, che nel Consiglio dei ministri di fine giugno aveva denunciato "un carattere regressivo" facendo notare che "è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori". Era stato inoltre sottolineato che la maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra tra gli abitanti del Nord (e più in generale delle grandi città) con un capofamiglia di età inferiore ai 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato.

E adesso dai 5 Stelle i toni si fanno pure minacciosi. Ad alzare la voce è stato Conte che, riferendosi in generale alle battaglie da portare avanti, ha avvertito il presidente del Consiglio: "Non staremo 'zitti e buoni' se si tratta di difendere i nostri valori. Noi siamo leali al governo, ma non abbiamo firmato assegni in bianco. Pretendiamo il rispetto degli impegni".

Il "no" di Forza Italia

Intanto Forza Italia fa asse con Draghi, mostrandosi critica nei confronti del cashback. A esprimere forti perplessità in merito è stato Luca Squeri, secondo cui le risorse economiche vanno impiegate per far ripartire l'Italia cominciando da un sostanzioso taglio delle tasse. Il deputato azzurro ha fatto notare che "se i 4,7 miliardi stanziati da Conte per il cashback fossero stati indirizzati alla riduzione del carico fiscale, oggi saremmo già un passo avanti".

Pertanto Squeri ha promesso una ferrea opposizione: "Non ne faremo due indietro continuando a buttare risorse al vento per far contento Conte".

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