Tornano i "gufi" di Moody's: declassato l'outlook delle banche

Moody's declassa le prospettive delle banche italiane e prevede tempi difficili. Ma i bilanci raccontano un'altra realtà

Tornano i "gufi" di Moody's: declassato l'outlook delle banche

Nuova "bocciatura" di Moody's al sistema-Italia, questa volta diretto al settore della finanza. L'agenzia di ratign abbassa a negativo da stabile l'outlook sul settore bancario italiano. Ad incidere le condizioni operative che deterioreranno ulteriormente nei prossimi 12-18 mesi, indebolendo la qualità dei prestiti, la redditività e l'accessibilità ai finanziamenti delle banche.

Moody's interviene nonostante il netto stato di stabilità delle banche sul fronte dei rendimenti indicando come causa di un possibile peggioramento della situazione la "tassa sugli extraprofitti" unilateralmente proposta dalla Banca centrale europea con la ristrutturazione dei finanziamenti delle banche sul mercato Tltro (Targeted Long Term Refinancing Operations). Moody's rileva che che "l'aumento dei prezzi inciderà sull'affidabilità creditizia delle piccole imprese e delle famiglie, creando nuovi problemi di prestiti". Inoltre l'indebolimento dell'attività creditizia dovuto al rallentamento dell'economia, l'aumento degli accantonamenti per perdite su crediti e l'incremento dei costi operativi , nonché il rimborso del programma ultra-economico TLTRO2 della Banca Centrale Europea (Bce) annulleranno in parte i benefici dell'aumento dei rendimenti dei prestiti con l'aumento dei tassi di interesse". In sostanza: le banche italiane possono avere miglioramenti delle marginalità per i tassi più alti, ma d'altro canto la Bce ha deciso di rimborsare i depositi garantiti dai finanziamenti Tltro emessi prima e dopo il quantiative easing, eliminando di fatto una rendita sostanziale delle banche italiane.

L'economista Louise Welin di Moody's ha annunciato il taglio alla prospettiva delle banche italiane assieme a quello dell'outlook degli istituti dei quattro Paesi Visegrad, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia, e, soprattutto, della Germania. La cui associazione bancaria era stata la più critica, assieme all'italiana Abi, della nuova mossa Bce.

Gli istituti italiani sono solidi

L'agenzia di rating newyorkese si conferma la più scettica sulle aspettative del Paese. A luglio, tra le agenzie di rating, si distinse per aver rivisto da stabile a negativo l'outlook economico del Paese a causa della caduta del governo Draghi. Ad agosto ha bocciato le prospettive del settore energetico e delle banche italiane, prevedendo una fase di difficoltà presto smentita dalle trimestrali dei gruppi di questi settori. A inizio ottobre, ha avvertito il nascente governo di centrodestra di possibili declassamenti del Paese in caso di un'agenda economica contraria ai desiderata delle agenzie. Oggi il bersaglio sonno di nuovo le banche, messe sotto la lente d'ingrandimento per problematiche di prospettiva: "Prevediamo che i coefficienti patrimoniali delle banche italiane assorbiranno i rischi crescenti e rimarranno sostanzialmente solidi. Le misure governative per alleviare la pressione sulle imprese e sulle famiglie causata dall'aumento dei costi dell'energia saranno di aiuto anche per il settore bancario", ha scritto Moody's in un report curato da Welin, aggiungnendo però di aspettarsi un deterioramento della qualità dei prestiti bancari, della redditività e dell'accesso ai finanziamenti.

I dati delle trimestrali luglio-settembre delle banche italiane, che hanno confermato e rafforzato i dati della sessione precedente, sembrano però sfatare i timori in questione. Per Unicredit il risultato netto contabile è stato 1,71 miliardi di euro (a fronte di un utile di 1,06 miliardi nel terzo trimestre del 2021); Equita Sim prevede miglioramenti ulteriori anche per banche come Bper, Bpm e Intesa; sul fronte di Monte dei Paschi, invece, l'aumento di capitale è completo al 93%. Insomma, le banche italiane devono aspettarsi una fase tempestosa. Ma non sono in una situazione di patrimonializzazione e risultati operativi tali da giustificare un peggioramento del giudizio.

Il fatto è, però, che gli investitori interiorizzano i timori e le aspettative dettate dal rating. E il rischio per le uscite di Moody's può essere, come sempre, quello della profezia negativa che si auto-avvera, generando sfiducia sul sistema italia. Ciò che oggi va assolutamente evitato.

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