Un autentico tsunami si è abbattuto su Toshiba, colosso hi-tech icona della Corporate Japan con 140 anni di storia alle spalle, capace di spaziare dai computer ai microchip, dalla fornitura di componenti dell'iPhone fino alle centrali nucleari «chiavi in mano»: il numero uno Hisao Tanaka ha rassegnato le dimissioni all'indomani dell'esito della revisione sui bilanci del panel indipendente che ha trovato dal 2008 utili operativi gonfiati per 1,2 miliardi di dollari. Insieme a Tanaka, in forza dello schema «sistematico» emerso, hanno rimesso ogni incarico i due ex amministratori delegati Atsutoshi Nishida (2005-09), adesso un advisor, e Norio Sasaki (2009-13), vice presidente, e otto componenti del board su 16.
Una mistificazione contabile, le cui avvisaglie erano emerse a maggio, perseguita in modo consapevole, ad esempio, con la sottovalutazione dei costi su progetti a lungo termine mettendo i manager sotto pressione su target di profitto irrealistici. Pratiche attive dopo la crisi di Lehman Brothers (e quella nucleare di Fukushima) e proseguite malgrado lo scandalo del 2011 che ha visto Olympus, società di macchine fotografiche e medicali, «nascondere» 1,5 miliardi di dollari di perdite su investimenti originati negli anni '90. «Mi scuso con le parti interessate, tra cui gli azionisti», ha affermato Tanaka, dopo l'ampio inchino di pentimento, annunciando il trasferimento dei poteri operativi a Masashi Muromatchi, attuale presidente. «Non credo ci sia qualcosa di sbagliato che una società persegua profitti, ma dovrebbero essere basati su rigorosi e appropriate pratiche contabili», ha proseguito senza fornire ulteriori dettagli sulla vicenda.
Sasaki, che fa parte di vari gruppi di lavoro del governo, farà un passo indietro, ha chiarito il ministro delle Politiche economiche e fiscali, Akira Amari. E lo farà anche con la Confindustria nipponica, la Keidanren, di cui è vice presidente.
Lo scandalo Toshiba è una tegola anche per il premier conservatore Shinzo Abe, impegnato nell'attrarre gli investitori stranieri, lavorando al miglioramento della trasparenza della corporate governance. A giugno, una nuova regola è entrata in vigore a carico delle società quotate per la presenza di almeno due amministratori indipendenti al di fuori del consiglio. Il ministro delle Finanze Taro Aso ha espresso tutto il suo disappunto: «Potremmo perdere la fiducia nei mercati nipponici e nella Borsa di Tokyo senza una vera corporate governance». Le autorità di vigilanza sulla Borsa dovrebbero comminare multe a carico di Toshiba, i cui titoli (oggi +6,13%) saranno oggetto di un monitoraggio speciale del Tse. Standard & Poor's, con il bilancio 2014/15 ancora da approvare, ha messo in creditwatch i rating del gruppo con implicazioni negative.
Si teme che «le revisioni al risultato positivo possano influire» sul flusso di cassa/leva finanziaria al di là del grado in cui i valori correnti sono capaci di tollerare». Vendite e profitti, «rischiano di rimanere» sotto pressione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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