Economia

Tridico lancia l'allarme sulle pensioni: "Il sistema non regge"

Il presidente dell'Inps analizza anche le questioni relative al salario minimo ed al reddito di cittadinanza

Tridico lancia l'allarme sulle pensioni: "Il sistema non regge"

Il numero degli italiani che lavorano e pagano le tasse sarebbe troppo esiguo: con una situazione del genere, secondo Pasquale Tridico, il sistema delle pensioni non è più sostenibile.

L'apparato previdenziale"non si può reggere su 23 milioni di lavoratori su una popolazione di 60 milioni", dichiara il presidente dell'Inps nel corso di un'intervista concessa a "24 Mattino" su Radio 24. "Nel nostro Paese mancano circa 10 milioni di lavoratori tra inattivi, scoraggiati, donne e giovani, che non lavorano", prosegue Tridico."Se li avessimo avremmo una sostenibilità del sistema pensionistico diverso". Tra le cause principali di una situazione del genere, secondo il presidente dell'Inps, ci sarebbero sia la scarsa occupazione nel Mezzogiorno che l'elevato tasso di lavoro in nero che contraddistingue tutto lo Stivale. Il mercato del lavoro è attualmente caratterizzato da una trend positivo, ma al contempo risulta ancora troppo afflitto dalla precarietà. "Si contano circa 700 mila rapporti di lavoro in più rispetto al 2020 ma la nuova occupazione è trainata da lavoro a termine", spiega infatti Tridico. "Quelli a tempo determinato sono circa la metà dei nuovi rapporti di lavoro. L'occupazione è trainata principalmente da precari". Ciò nonostante, comunque, "si registra una forte crescita delle entrate contributive, pari a +7% rispetto all'anno scorso, segnale positivo per la ripresa dell'economia. Si è ancora sotto dell'1% rispetto alle entrate del 2019, ma chiuderemo il gap a fine 2021". Il "decreto dignità", sospeso durante la pandemia, dovrebbe riprendere la sua piena funzionalità, secondo il presidente dell'Inps, "altrimenti non ci dobbiamo lamentare quando diciamo che il lavoro è prevalentemente a termine".

Salario minimo e RdC

Nessun passo indietro sulla questione relativa al salario minimo, assolutamente necessario, secondo Tridico:"Tutta la comunità scientifica, giuristi, economisti, concordano sul fatto che il binomio contrattazione sindacale - salario minimo è un binomio possibile, uno non esclude l'altro". In Germania, dove il salario minimo è stato introdotto già nel 2015, si sta ora addirittura determinando un suo incremento fino a 12 euro, precisa il presidente dell'Inps durante l'intervista:"Il mercato e quindi la disoccupazione che preoccupa la parte datoriale, non è stata spiazzata da un salario che si pone al 60% del reddito mediano e al 50% del reddito medio". E comunque "un salario minimo di 9 euro non avrebbe le caratteristiche di spiazzare il mercato e creare disoccupazione". Una situazione che dal 1992 in poi non ha fatto altro che precipitare: "Se non siamo ipocriti e riconosciamo il fatto che dal 1992 i nostri salari sono stagnanti, questo lo si deve anche dal fatto che il dumping salariale ha fatto una pressione verso il basso. La contrattazione non è stata capace di trainarli verso l'alto, i guadagni di produttività non si sono distribuiti".

Un accenno anche alla questione relativa al reddito di cittadinanza ed ai suoi percettori, proprio in un momento in cui la manovra è travolta da un mare di polemiche in ambito politico. "Il lavoro fatto dalla Commissione Saraceno cui anche l'Inps ha contribuito è stato un lavoro serio fatto sui dati e da persone competenti che se ne occupano da anni ma non è stato sufficientemente ascoltato", lamenta Tridico."Gli oltre tre milioni di persone che prendono il reddito sono persone non rappresentate che non hanno voce in capitolo", aggiunge. "Basti pensare a quando c'è un ritardo nel pagamento del reddito di cittadinanza. È un problema che non interessa a nessuno.

Quando, invece, un'altra prestazione è in ritardo o c'è qualche problema si scatena il putiferio anche da un punto di vista mediatico", conclude il presidente dell'Inps.

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