È bastato molto poco per distruggere il senso di fiducia tra risparmiatori e banche. Così gli italiani quando sentono parlare di banche sono amareggiati, incavolati, sicuramente preoccupati. È davvero solo colpa del bail-in? I numeri dicono altro. Dal Salva Banche di novembre più di 50 miliardi di euro di risparmi hanno cambiato istituto. Quei 50 miliardi sono stati sufficienti a svuotare le casse di alcune banche che già non navigavano in buone acque. È stato quel decreto l'errore di fondo. Per come è stato comunicato gli italiani hanno pensato che fosse lo Stato a salvare le quattro banche, che per farlo avesse usato i soldi dei contribuenti e, ancora peggio, quelli di tanti risparmiatori, come i possessori di titoli subordinati coinvolti nel default. Ma è questa la verità? In realtà le quattro banche in questione sono state chiuse perché non erano più in grado di proseguire la loro attività, chiuse, non salvate. Di fatto sono stati salvati i risparmiatori di quelle quattro banche, perché senza quell'operazione, non sarebbero stati coinvolti solo azionisti ed obbligazionisti subordinati, ma anche gli obbligazionisti senior e forse anche i correntisti e allora di proteste e contestazioni ne staremmo vedendo ancora oggi e forse ci sarebbe perfino stata la corsa agli sportelli di altre banche. Inoltre non sono stati i contribuenti a pagare per la chiusura delle banche, ma il resto del sistema bancario, con 3,6 miliardi di euro.
Proviamo a immaginare i pensieri degli italiani se gli avessero detto, così come in realtà è avvenuto che, quattro banche sull'orlo del fallimento erano state chiuse, che i risparmi che erano transitati da quelle banche erano stati salvati e che a salvarle erano state le altre banche italiane? Tanti errori, non possono essere giustificati. Di questo si parlerà domenica prossima nel corso della trasmissione «Mercati che Fare» in onda alle 14.30 su TgCom24.leopoldo.gasbarro@me.com
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