La Grecia ha inviato al presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem la lettera con i dettagli sulle riforme messe a punto dal governo di Atene. Anche se verranno illustrate all’Eurogruppo lunedì non si accelererà il processo per l’esborso degli aiuti. Secondo fonti dell'Unione europea, il negoziato "tecnico" che porterà allo sblocco della tranche di aiuti è "ancora in alto mare". "Questo processo - precisa da Bruxelles - non passa per i ministri ma per le istituzioni". Il governo di Atene, invece, non ha coinvolto le istituzioni su queste sei riforme che vuole presentare, quindi il negoziato tecnico ancora non parte.
La soluzione del default greco è appeso a un filo molto, molto sottile. Tanto che, secondo Fitch, una uscita della Grecia dall'euro è ancora possibile e provocherebbe un forte choc nell'Eurozona pur senza innescare una crisi sistemica come avvenuto nel 2012. L'agenzia di rating precisa che una Grexit "non è nel nostro scenario di base, ma rimane un rischio fino a che vanno avanti negoziati più dettagliati e il governo greco cerca di mantenere l’appoggio interno per l’accordo che raggiungerà". Per gli analisti di Fitch l'Eurozona ha sviluppato meccanismi per "prevenire una fuga dai titoli sovrani che potrebbe portare a un default e per attenuare l’effetto contagio". "Una reazione a catena innescata dall’uscita della Grecia fino alla disgregazione del blocco è perciò improbabile", aggiunge Fitch precisando che comunque l’impatto di un default della Grecia sulle banche straniere "sarebbe limitato" perché sono già state assorbite le perdite nel 2012 con il private sector involvment e da allora il rischio greco è stato ridimensionato.
Perché la Grecia non arrivi al default le responsabilità sono molteplici. E così i giochi a rimpallarsele. Berlino non ritiene che vi siano le condizioni per un anticipo sui versamenti concordati con Atene nel quadro dell’ultima tranche di aiuti. "C’è un chiaro accordo con l’Eurogruppo, che prevede la consegna di un programma di riforme dettagliato entro aprile - ha spiegato il portavoce del ministro delle Finanze Martin Jaeger - quindi ne verrà valutata l’attuazione". Solo se Atene consegnasse e attuasse il programma in anticipo potrebbe ottenere a degli anticipi sulle risorse. Dal canto suo Alexis Tsipras vuole emettere titoli di stato a breve per finanziare le necessità del paese e avverte che, se la Bce, dovesse opporsi, si assumerebbe una grave responsabilità. "La Bce ha una corda intorno al nostro collo", ha detto il premier greco al giornale tedesco der Spiegel spiegando che c’è il rischio di "tornare indietro al thriller che abbiamo conosciuto prima del 20 febbraio", e cioè a prima dell’estensione di quattro mesi dei prestiti.
Nella lettera inviata all’Eurogruppo il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha messo sul tavolo sette riforme. Secondo il Financial Times, sarebbe swtata inserita anche l’istituzione di "un consiglio di bilancio" per monitorare la spesa del governo ed un nuovo piano per riscuotere le imposte non pagate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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