Unicredit batte le previsioni. Gli utili volano a 4 miliardi

Alzate le stime: profitti a 4,8 miliardi a fine anno. Orcel sulle acquisizioni: "Il piano genera più valore"

Unicredit batte le previsioni. Gli utili volano a 4 miliardi

Il vento favorevole dei tassi d'interesse spinge i conti di Unicredit, che chiude il miglior trimestre da un decennio. Una spinta che ha più che compensato gli effetti negativi dei mercati volatili e della Tltro III, i finanziamenti agevolati della Bce. La banca, infatti, ha imputato in questo trimestre i costi del Tltro adeguandoli all'aumento dei tassi di interesse della banca centrale.

Ieri, la banca guidata da Andrea Orcel ha presentato conti con ricavi a 4,2 miliardi di euro (esclusa la Russia), in crescita del 6,8% anno su anno e il settimo trimestre di fila in crescita. L'utile netto invece si è attestato a 1,3 miliardi, in calo del 9,9% sul secondo trimestre ma in crescita del 31,1% rispetto a un anno fa. Una cifra che sale a 1,7 miliardi includendo le attività russe a fronte del miliardo circa del consensus degli analisti. Se si fa il conto dei nove mesi, i profitti sono arrivati a 4 miliardi di euro (rispetto ai 3 miliardi del 2021). Anche in questo caso, si tratta dei migliori nove mesi da dieci anni. I risultati hanno portato la banca di Piazza Gae Aulenti a rivedere la sua guidance per l'anno in corso: ora Unicredit prevede di chiudere con ricavi superiori a 17,4 miliardi e un utile netto superiore a 4,8 miliardi, esclusa la Russia (una stima che sarebbe superiore del 15% rispetto al consensus).

Unicredit, in Italia, ha evidenziato «una forte performance nonostante i continui investimenti e il rafforzamento del bilancio», ha spiegato Orcel. Nei 9 mesi i ricavi netti delle attività italiane, infatti, crescono del 10% a 6,3 miliardi, i profitti pre-tasse segnano un +32% a 2,9 miliardi.

I numeri hanno tirato la volata al titolo in Piazza Affari, che ha chiuso la giornata di contrattazioni in cima al paniere principale facendo segnare un +4,3% a 12,01 euro, ai massimi da 8 mesi.

«Lo slancio dei risultati del 2022», ha annunciato l'amministratore delegato, Andrea Orce, «crea una solida base per una distribuzione dei dividendi almeno pari a quella del 2021». L'istituto ha dichiarato inoltre di aver diminuito la sua esposizione verso la Russia, che è stata «ridotta a costi minimi, complessivamente del 50 per cento a circa 3,1 miliardi di euro attraverso azioni proattive e disciplinate». Il Cet 1, l'indice di solidità patrimoniale della banca, è al 15,4 per cento.

All'ad di Unicredit, intervistato a margine da Bloomberg Tv, è stato chiesto di eventuali acquisizioni nel mirino per l'Italia, in particolare rispetto a Mps, banca per la quale Orcel si era seduto al tavolo ai tempi del governo Draghi per valutare un'eventuale aggregazione. L'istituto di Rocca Salimbeni sta affrontando in questi giorni l'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, al termine del quale verrà probabilmente aperta la caccia a un partner.

Ma per ora Orcel, in generale, non apre ad acquisizioni: «La priorità della nostra organizzazione è l'esecuzione del piano, che genera miliardi di valore molto più di quanto un'acquisizione potrebbe fare», ha affermato Orcel. «Come i risultati dimostrano la maggior parte del nostro valore è interno, non ci lasceremo trascinare in acquisizioni che non ci permetteranno di raggiungere i nostri obiettivi».

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