Ai piani alti del grattacielo milanese di Unicredit le bocche restano cucite ma il mercato tifa per la vendita delle attività retail di Bank Austria. Il titolo ha infatti chiuso la seduta di ieri a Piazza Affari con un rialzo del 2,75% a 5,97 euro reagendo alle indiscrezioni pubblicate da quotidiano austriaco Standard secondo cui il cfo di UniCredit, Marina Natale, sarebbe in trattativa con il fondo Cerberus (maggior azionista di Bawag) per vendere le attività della controllata locale a un prezzo di circa 800 milioni. L'ipotesi piace anche agli analisti: «Sebbene non sia chiaro quale sarebbe l'esatto perimetro della cessione, la banca commerciale austriaca di UniCredit ha circa 25 miliardi di risk weighted asset (ovvero il valore dell'attivo in termini di rischio), pari al 6% del totale del gruppo», si legge in un report di Akros. Il pieno deconsolidamento di queste attività «aggiungerebbe circa 70 punti base ai coefficienti patrimoniali».
UniCredit ha risposto ai rumor rilanciati da Vienna sottolineando che la valutazione delle diverse attività per aumentare la redditività del gruppo è in corso e che per quanto riguarda le attività di Bank Austria non sono state prese decisioni né non ci sono formule preferite ad altre sul tavolo. Di certo, il nuovo piano industriale che l'ad Federico Ghizzoni presenterà l'11 novembre, «dovrà includere delle dismissioni di asset significative per convincere definitivamente il mercato che non c'è necessità di un aumento di capitale», sostengono gli analisti di Equita.
Nel primo semestre Commercial Bank of Austria ha registrato un utile netto di 60 milioni e 48,7 miliardi di impieghi. Si tratta quindi, come osservano gli esperti di Mediobanca Securities, di un'unità abbastanza consistente per trascinare i risultati del gruppo e abbastanza piccola per non essere obbligati a impostare una complessa storia di turnaround organico.
Per i broker, Unicredit può quindi migliorare la redditività con un mix di ripresa periferica (in Italia), taglio dei costi (in Germania), ridistribuzione del capitale (in Austria, Ucraina) e sfruttando le sinergie derivanti dall'unione bancaria.