Niente shopping a breve termine per Unicredit che, dal convengo Banken im Umbruch organizzato dal quotidiano Handelsblatt , fa sapere di non essere interessata a Postbank, messa in vetrina da Deutsche Bank, né a possibili occasioni sul mercato italiano. Le uniche occasioni che potrebbero eventualmente essere valutate sono in Polonia. Il gruppo comunque crescerà ancora, anche in Germania, ma lo farà prevalentemente per linee interne, proseguendo con le azioni di miglioramento di ratio patrimoniali e conti, come confermato dall'ad Federico Ghizzoni. Già ad agosto in effetti, come sottolineato dal top manager, il «Cet1 fully loaded», il rapporto tra il capitale versato e le attività ponderate per il rischio, è salito al 10,57 dal 10,37 di giugno. Maggiori dettagli sulla strategia del gruppo sono attesi nel piano industriale previsto per fine anno. Già comunque l'11 novembre, con la pubblicazione dei dati trimestrali, potrebbero essere fornite indicazioni.
Ghizzoni in particolare parla di sola espansione del business proprio per la Germania, un mercato dove Unicredit opera attraverso la controllata Hypovereinsbank (Hvb) e che, da solo, vale il 25% delle attività del gruppo. Il manager ha poi escluso ipotesi di vendita o quotazione di Hvb posto che «è una banca forte nell'economia più forte d'Europa». Sul mercato tedesco tuttavia è in arrivo una riorganizzazione volta al risparmio dei costi (in Germania per ogni euro incassato si spendono 75 cent rispetto ai 60 spesi all'interno della capogruppo) che prevede lo spostamento di alcune funzioni centrali di Hvb da Monaco di Baviera a Milano. «Ci sono diverse possibilità per rendere la banca più snella e per centralizzare alcuni delle operazioni non direttamente legate alla clientela a livello di gruppo», ha spiegato in merito Ghizzoni. Mediobanca in merito ricorda come l'organico di Hvb in ambito corporate superi i 6mila dipendenti. Vietato però parlare di guerre. «Un derby Milano-Monaco non è lo spirito giusto. Posso accettare Inter-Bayern Monaco, ma non questo» afferma il manager, che aggiunge: «Avremo azioni di risparmio sui costi in Germania come in tutte le altri parti del Gruppo, compresa la holding».
Anche in questo caso i dettagli sono rinviati al piano industriale in cui, secondo alcuni esperti, potrebbe parlarsi anche di cessione o quotazione della controllata austriaca (che presenta un rapporto costi/incassi all'80%). Nel frattempo peraltro dovrebbe definirsi la questione ucraina. Unicredit ha infatti in corso una trattativa in esclusiva per la cessione delle attività locali con Abh Holdings.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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