Economia

Unicredit spinge dividendo e buyback

Il titolo vola (+8,15%), utile a 3,4 miliardi. Mustier: «Niente fusioni»

Unicredit spinge dividendo e buyback

La Borsa ieri ha premiato i conti di Unicredit con un balzo dell'8,15% a quota 13,88 euro. Il 2019 si è chiuso con un utile netto consolidato di 3,4 miliardi (-17,9% annuo causato dalla perdita di 835 milioni nell'ultimo trimestre). Il dato contabile rettificato (su cui si calcola il monte dividendi) ha evidenziato, invece, una crescita del 55,5% a 4,7 miliardi.

Ciò che gli operatori hanno apprezzato della politica di Mustier è la generosità presente e futura nella remunerazione dei soci. Il dividendo unitario è più che raddoppiato a 0,63 euro (0,27 euro nell'esercizio 2018) per un ammontare totale di 1,4 miliardi cui si aggiungeranno 500 milioni di un buyback da approvare in assemblea il 9 aprile previo ok della Vigilanza Bce. Il payout sale così al 40% e, a partire dal 2021, ha dichiarato il Ceo Jean-Pierre Mustier, «considereremo di aumentarlo al 50%, mentre prima pensavamo di farlo solo nel 2023». A fronte di risultati comunque positivi come la sostanziale tenuta dei ricavi (-0,7% a 18,8 miliardi) e un cost/income in discesa al 52,7% con un Cet 1 al 13,09%, l'entusiasmo della Borsa è dipeso dalla confermata intenzione di utilizzare l'eccesso di capitale liberato dai nuovi parametri di vigilanza su Mrel e Tlac per i buyback. Mustier ha precisato che «se avremo eccedenza rispetto al buffer e ci sarà chiarezza sui regolamenti, procederemo» confermando che «non ci saranno operazioni di M&A salvo piccole acquisizioni perché comportano rischi di esecuzione e diluizione degli azionisti».

Anche se Piazza Gae Aulenti resta focalizzata sugli obiettivi del nuovo piano al 2023, il ceo ha voluto ulteriormente motivare la rinuncia alle fabbriche di prodotto in house. «Non vogliamo avere assicurazioni proprietarie, perché saremmo soggetti a regolatori», ha aggiunto riferendosi alle partnership con Generali e Allianz. «Il Danish compromise (lo sblocco del capitale assorbito dall'attività assicurativa, ndr) non durerà per sempre», ha proseguito rimarcando che «lo stesso discorso vale per l'asset management». Per quanto riguarda il piano esuberi, Mustier ha precisato che «a breve» inizierà l'interlocuzione con il sindacato.

Il dossier sulla subholding per le attività estere verrà affrontato nel corso del 2020.

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