Dopo l’attacco sferrato da Matteo Arpe (Sator) e Roberto Meneguzzo (Palladio), l’amministratore delegato Carlo Cimbri prova a mettere in sicurezza l’acquisto del sistema Premafin-Fonsai-Milano da parte di Unipol. Al termine di un faccia a faccia con Salvatore Ligresti, Cimbri si è detto «assolutamente fiducioso» del buon esito della fusione, quindi si è chiuso in conclave a Mediobanca con Alberto Nagel. Penali a parte, il pallino resta nelle mani dei Ligresti e di Premafin che giovedì dovrebbe sottoporre al cda l’offerta da 450 milioni stilata da Sator e Palladio. Oggi sarà invece il board Unicredit a ricevere una «informativa» sulla proposta Arpe-Meneguzzo. Il piano di Unipol poggia invece su due aumenti di capitale da 1,1 miliardi: il sistema Holmo-Finsoe ha già assicurato che farà la propria parte con 300 milioni, forse con un travaso di energie dalle Coop più forti a quelle minori, ma in autorevoli ambienti finanziari circola l’ipotesi che possa essere chiesto l’aiuto di Piazzetta Cuccia. L’intervento, che non trova riscontro in Mediobanca, aumenterebbe l’esposizione della merchant bank già impegnata verso Fonsai (1,1 miliardi di prestito subordinato), Unipol (400 milioni) e Premafin (70 milioni). Contemporaneamente le banche creditrici erano in Banca Leonardo per la ristrutturazione del debito Premafin (+3,2% il titolo Premafin Borsa dopo una lunga sospensione al rialzo): l’idea è un prestito convertendo a tre anni da 150 milioni, mentre l’altra metà dell’esposizione (322 milioni in tutto) sarà rinegoziata. Tutto è tuttavia subordinato all’effettiva fusione della holding con Unipol, Fonsai e Milano; è quindi probabile che cambino altre tessere del mosaico del debito del neogruppo.
Piazzetta Cuccia guida il consorzio che garantirà l’aumento di capitale da 1,1 miliardi, per cui Unipol prevede spese «vive» pari a 33 milioni, al netto dell’effetto fiscale. A calcolarlo è lo stesso cda di via Stalingrado nella relazione all’assemblea dei soci. Nel documento il board specifica che Bologna ha chiuso il 2011 con una raccolta premi «superiore», a perimetro omogeneo, ai 6,5 miliardi dell’esercizio precedente e ha raggiunto un volume di nuovi affari Vita (in termini di premi annuali equivalenti) «significativamente superiore» ai 229 milioni del 2010. Progressi anche nella redditività del ramo Danni, dove il combined ratio (il parametro che indica il rapporto tra sinistri, spese e premi incassati) nel 2011 ha registrato «un ulteriore calo» rispetto al 98,1% di settembre, in miglioramento di 4 punti rispetto al 102,1% di fine 2010.
Da più parti ci si chiede, però, se la «freddezza» dimostrata da Unipol davanti alla due diligence in atto con Fonsai (soprattutto su Unipol Banca) non costituisca una inadempienza al contratto.