Unipol-Fonsai, alle banche 460 milioni

A Mediobanca e Unicredit l'inoptato di Unipol-Fonsai «costerà» poco più di 100 milioni di euro a testa.
Ieri sera sono stati diffusi i dati definitivi delle due ricapitalizzazioni da complessivi 2,2 miliardi. Per quanto riguarda la compagnia che fa capo alle Coop non sono stati sottoscritti il 20,3% delle ordinarie di nuova emissione e il 34,6% delle priv per un totale di 260 milioni. In Fondiaria, invece, nonostante il nuovo accollo da parte di Unipol di 30,9 milioni di ordinarie, ne è rimasto invenduto il 21,5% per un intervento del consorzio di 197 milioni.
Il totale dell'inoptato per le due compagnie corrisponde a 457 milioni. Di questi quasi 50 milioni ciascuno saranno sottoscritti dalle cinque banche straniere (Nomura, Credit Suisse, Ubs, Barclays e Deutsche Bank) per un totale di 225-230 milioni. Un altra trentina di milioni potrebbe essere recuperata con gli istituti «junior» (Akros, Aletti, Carige e Centrobanca) e così poco meno del restante 50% circa dovrà essere diviso tra Mediobanca e Unicredit per un impegno che nell'ipotesi peggiore dovrebbe superare di qualche spicciolo i 110 milioni di euro.
Per l'ideatore e propugnatore dell'operazione, l'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, il risultato è comunque soddisfacente perché le quote di Unipol e Fonsai - ancorché rilevanti - potranno essere dismesse in maniera comoda (con un collocamento accelerato oppure vendendo di volta in volta qualche pacchetto sul mercato per non affossare i titoli delle due compagnie). Certo, sia per lui che per il suo omologo di Unicredit, Federico Ghizzoni, sarebbe stato meglio un inoptato inferiore, ma c'è comunque da non lamentarsi troppo considerato che le indiscrezioni dei giorni scorsi erano giunte a ipotizzare un accollo da 600 milioni. E, in ogni caso, per i due top manager la vera vittoria consiste non tanto nel successo degli aumenti di capitale, ma nell'aver tenuto in piedi la ex galassia Ligresti e, di conseguenza, i crediti rispettivamente vantati e passibili di pesanti svalutazioni (1,1 miliardi per la sola Mediobanca).
In ogni caso ci sarà tempo per pensare alla soluzione migliore per garantire l'«uscita» migliore delle due capofila milanesi. Nella tarda serata di ieri UniCredit - che attualmente ha il 6,6% di Fonsai - ha comunicato di aver assunto nei confronti delle banche del consorzio di garanzia l'impegno di lock-up a non effettuare vendite per 120 giorni. Il commitment, si legge in una nota, «è finalizzato a consentire una gestione ordinata delle azioni ordinarie Fondiaria-Sai» e sarà efficace da giovedì 13 settembre 2012, data in cui avverrà il regolamento delle azioni ordinarie Fonsai che il gruppo UniCredit sottoscriverà in esecuzione degli impegni di garanzia assunti in precedenza.
Anche Mediobanca, da parte sua, dovrà concentrarsi sulla strategia giacché tra i vincoli Antitrust imposti per il via libera all'operazione c'è anche lo scioglimento di qualsiasi legame incrociato tra i vari soggetti.

E come i bolognesi dovranno uscire da Piazzetta Cuccia di cui hanno ereditato il 3,5% di Fonsai e anche da Generali, anche la banca guidata da Alberto Nagel dovrà fare lo stesso, compatibilmente con la salvaguardia delle quotazioni.
Comunque sia, da ieri sera è iniziata l'era della «grande Unipol» voluta dall'ad Carlo Cimbri.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica