Unipol-Fonsai, prime stime: l'ipotesi è di 1.100 esuberi

Unipol-Fonsai, prime stime:  l'ipotesi è di 1.100 esuberi

Ipotesi esuberi intorno alle 1.100 unità per il gruppo Unipol-Fonsai. Questa, secondo stime sindacali, è la possibilità che sarebbe emersa ieri mattina, in occasione dell'incontro di ieri a Bologna tra il management e le sigle della compagnia di Via Stalingrado. Una cifra che supera le previsioni (si parlava di esuberi fino alle 700 unità) e che, grosso modo, dovrebbe corrispondere ai dipendenti associati ai rami di azienda in odore di cessione in ottemperanza alle indicazioni dell'Antitrust, per un totale di 1,7 miliardi di premi, principalmente nell'Rc auto. Da ricordare che il via libera dell'Authority presieduta da Giovanni Pitruzzella alla fusione a quattro tra Unipol, Premafin, Fonsai e Milano Assicurazioni, che in base alle aspettative dovrebbe chiudersi entro la fine dell'anno in corso, era a suo tempo stato condizionato a un ridimensionamento della quota di mercato nei rami vita e danni sotto il 30 per cento. Nel frattempo, ieri in Borsa, le azioni della galassia Unipol sono state protagoniste di un nuovo rally, dopo la corsa degli ultimi giorni: Premafin ha messo a segno un balzo a due cifre del 18,63% chiudendo la sessione di mercato a 0,24 euro, mentre la compagnia bolognese ha realizzato un progresso del 3,67% a 2,08 euro, Fondiaria-Sai ha guadagnato l'1,15% a 1,31 euro e Milano Assicurazioni l'1,136% a 0,42 euro. I rialzi delle azioni potrebbero essere imputabili agli incontri con gli investitori in corso proprio in questi giorni. Giovedì 17 gennaio, infatti, il management di Bologna ha presentato il nuovo piano industriale a Milano a una ventina di istituzionali, mentre nuovi appuntamenti analoghi con investitori stranieri sono in calendario per il 26 e 27 gennaio a Londra. Tra l'altro, il fatto che le azioni Unipol viaggino ormai oltre la barriera dei 2 euro l'una implica il superamento del prezzo dell'ultimo aumento di capitale; circostanza che avrebbe reso appetibile la vendita da parte delle banche del consorzio di garanzia che ancora – almeno stando a quel che si credeva - conservavano i titoli in portafoglio, ossia Unicredit e Mediobanca. Tuttavia, stando a indiscrezioni, l'istituto di Piazza Cordusio, che al pari di Piazzetta Cuccia si era accollato il 5% circa, avrebbe già ceduto le azioni.

Mediobanca, invece, ha spiegato nero su bianco di essersi già chiamata fuori: ieri sera con una nota ha fatto sapere, «in relazione agli impegni assunti nei confronti dell'Antitrust, di aver completato la cessione di tutte le azioni Fondiaria-Sai e Unipol acquisite a seguito della partecipazione ai consorzi di garanzia».

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