Qualche sorpresa i cda di Unipol, Fonsai, Milano e Premafin convocati ieri per definire i concambi della megafusione alla fine l'hanno riservata. Un'operazione complessa, elaborata durante otto lunghi mesi ricchi di colpi di scena, non poteva concludersi con un epilogo all'insegna della normalità. Anche nel nome: il nuovo conglomerato si chiamerà UnipolSai e scomparirà il riferimento a Fondiaria del vecchio marchio.
Vale la pena cominciare, però, dall'ipotesi-B, ovvero la «fusione a tre» e non a quattro. Se l'assemblea speciale degli azionisti di risparmio di Milano Assicurazioni non darà l'ok al progetto, ha spiegato l'ad di Unipol, Carlo Cimbri, «la controllata di Fonsai resterà quotata e continuerà a far capo alla compagnia per il 63-64%». In quel caso, anche i concambi varierebbero: Unipol avrebbe il 70,5% della nuova realtà, Fonsai il 28,5% e Premafin lo 0,97per cento. E, soprattutto, si produrrebbero una trentina di milioni di utili in meno al 2015 causa la perdita di 50 milioni di sinergie.
Anche il piano «ufficiale», tuttavia, presenta qualche elemento di novità rispetto a quanto ci si attendeva dalla scorsa estate. Il gruppo bolognese, infatti, avrà il 63% del nuovo gruppo. Un po' di più del 61% inizialmente annunciato perché, in sede di aumento di capitale Fonsai la società guidata da Cimbri ha rilevato il 4,9% di ordinarie inoptate. Ne consegue che gli azionisti dell'ex gioiello di casa Ligresti avrebbero il 25% circa (a fronte del 27,5% prospettato), mentre quelli della Milano e di Premafin si aggiudicherebbero rispettivamente l'11,2% (10,7%) e lo 0,85% (0,7%). La seconda sorpresa, invece, è di entità ancor più rilevante.
Il piano 2012-2015 prevede un rafforzamento delle riserve per 900 milioni (750 milioni solo quest'anno e di questi 650 dedicati a Fonsai e Milano) a fronte dei 500 milioni stimati a giugno. Un segnale evidente che l'insufficienza degli accantonamenti per i sinistri nei rami Danni, anticipata dal Giornale, era un tema ben presente ai top manager.
Anche per tale motivo, Cimbri ha escluso un dividendo Fonsai per quest'anno. «Il solvency ratio del nuovo gruppo è al 140-150%, ma solo su base pro-forma perché i veri benefici si vedranno solo con la fusione», ha spiegato. Discorso diverso per la Unipol Assicurazioni, la controllata bolognese che entrerà nel merger (UniSalute, Linear e Arca resteranno fuori) che distribuirà un'extracedola da 150 milioni. Il che fa presupporre, come confermato da Cimbri stesso, che Unipol potrebbe dare qualche soddisfazione ai propri soci, a partire dalle Coop. Il pay-out del maxipolo assicurativo si attesterà al 60-80%. «Ci sono le condizioni per remunerare il capitale dal 2013», ha aggiunto l'ad.
Il business plan è stato leggermente limato: i premi Danni al 2015 sono stati aggiornati a 9,5 a 8,9 miliardi causa crisi dell'auto, mentre i premi Vita dovrebbero raggiungere i 6,7 miliardi (6,5) Il solvency ratio di fine piano è stato rivisto al 180% (168%). Intanto, sul fronte giudiziario, l'ex ad di Generali, Giovanni Perissinotto, ieri è stato ascoltato per due ore dal pm di Milano, Luigi Orsi, che sta indagando sull'integrazione.
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