
Valentino sta negoziando con un gruppo di banche tra cui Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi, Banco Bpm e Bnl per ottenere una deroga ai parametri del suo debito bancario. Le indiscrezioni sono state rilanciate ieri dall'agenzia Bloomberg sottolineando che la griffe è stata penalizzata dal rallentamento globale del settore del lusso, alimentato dall'incertezza economica e dall'aumento dei dazi, che ha portato i consumatori a ridurre la spesa anche per i beni di alta gamma.
La maison romana aveva già violato i termini del prestito bancario da 530 milioni di euro a dicembre e la performance sarebbe peggiorata ulteriormente nella prima metà del 2025, dopo un esercizio 2024 chiuso in flessione del 3% con ricavi ammontati a 1,31 miliardi di euro. L'ebitda si è attestato a 246 milioni di euro, segnando una flessione del 22% rispetto al 2023.
Nel luglio 2012 il nuovo proprietario di Valentino era diventato il fondo sovrano del Qatar, Mayhoola for Investments. Poi è entrato nel capitale, con una quota del 30%, il colosso Kering, già proprietario di marchi come Gucci e Saint Laurent. In base agli accordi presi al tempo, il conglomerato francese di François-Henri Pinault sarebbe potuto salire fino al 100 per cento. Proprio nelle scorse settimane, però, sono stati posticipati i termini dell'intesa siglata nel 2023 che prevedeva opzioni di vendita (put) per la restante quota del 70% di Valentino detenuta da Mayhoola, esercitabili nei confronti di Kering nel 2026 e 2027. Lo scorso 10 settembre, però, le opzioni sono state posticipate rispettivamente al 2028 e 2029; contestualmente, l'opzione di acquisto (call) di Kering sulla quota di Mayhoola, inizialmente prevista per il 2028, è stata rinviata al 2029. In una nota, entrambe le società hanno comunque confermato "la loro partnership strategica a sostegno dello sviluppo della storica Maison italiana del lusso, ribadendo il pieno impegno a garantire il successo a lungo termine del marchio". Piccola nota a margine: sia al timone di Kering sia a capo di Valentino sono arrivati due nuovi amministratori delegati, rispettivamente Luca Del Meo (operativo dal 15 settembre) e Riccardo Bellini (in carica dal 1 settembre). La casa di moda creata da Valentino Garavani ha chiuso il 2024 con un calo del 3% dei ricavi a 1,31 miliardi e del 22% dell'utile a 246 milioni. Anche Kering soffre: nei primi sei mesi i ricavi sono scesi del 15% a 7,6 miliardi e l'utile netto di circa il 46% a 474 milioni.
De Meo ha il compito di far ripartire le aziende del gruppo e davanti agli azionisti riuniti in assemblea a Parigi ha dichiarato: "Dovremo continuare a ridurre il nostro debito e, ove necessario, razionalizzare, riorganizzare, e riposizionare alcuni dei nostri marchi.
Ciò richiederà scelte chiare e forti". Tutte le scelte fanno parte di un piano, che il il top manager arrivato da Renault presenterà entro la primavera del 2026. La strategia su Valentino sarà dunque più chiara dal prossimo anno.