Del Vecchio, impero diviso per otto

I 6 figli dell'imprenditore, la moglie e Rocco Basilico deterranno il 12,5% ciascuno

Del Vecchio, impero diviso per otto

Delfin, la cassaforte lussemburghese di Leonardo Del Vecchio, sarà divisa in otto parti uguali tra gli eredi dell'imprenditore milanese. Nel testamento, aperto in uno studio notarile milanese, ha confermato l'assegnazione ai sei figli (Claudio, Marisa e Paola dalla prima moglie Luciana Nervo, Leonardo Maria dalla seconda moglie Nicoletta Zampillo e Clemente e Nicola da Sabina Grossi) del 12,5% ciascuno. Nicoletta Zampillo - ed è questa la sorpresa - non sarà destinataria del restante 25% come previsto dalla successione modificata nel 2016, ma dovrà dividere la quota con il figlio Rocco Basilico, nato dal primo matrimonio con Paolo Basilico, banchiere ex Imi e Mediobanca e fondatore di Kairos.

Anche il 32enne Rocco, pertanto, farà parte della compagine societaria della holding cui fanno capo il 32,2% di EssilorLuxottica, il 27,2% di Covivio, il 9,82% di Generali, il 19,9% di Mediobanca e l'1,9% di Unicredit. Basilico lavora già in EssiLux ed è Chief wearables officer, cioè è capo della divisione smart glasses. Con questo incarico l'anno scorso ha presentato i Ray-Ban Stories insieme al fondatore di Facebook (ora Meta), Mark Zuckerberg, il colosso americano con cui EssilorLuxottica ha una collaborazione per lo sviluppo degli occhiali digitali. Rocco Basilico è inoltre amministratore delegato di Oliver Peoples, marchio di lusso di Luxottica. Gli altri eredi sono i figli del fondatore del gruppo di Agordo: Claudio, Marisa e Paola Del Vecchio avuti dal primo matrimonio, Leonardo Maria Del Vecchio nato 27 anni fa dall'unione con la Zampillo, anche lui impegnato in azienda come amministratore delegato della catena di negozi di ottica Salmoiraghi e Viganò, e i più giovani Luca e Clemente della ex compagna dell'imprenditore. Si tratta dell'unico parente di Leonardo Del Vecchio coinvolto nel gruppo, assieme al figlio Leonardo Maria che è ad della catena Salmoiraghi & Viganò.

Nel documento con le sue ultime volontà Del Vecchio non ha fornito ulteriori indicazioni sulla governance di Delfin né tanto meno il nome del suo successore alla presidenza della holding. L'assetto è già stato definito con le modifiche statutarie degli anni scorsi. Il percorso tracciato prevede l'ingresso in cda del primo della ristretta lista del «gruppo degli osservatori» (salvo che Del Vecchio non abbia provveduto a una designazione). Si tratta dei manager di fiducia, a disposizione per incarichi al vertice, designati dall'imprenditore scomparso, da cui sono esclusi i familiari.

Anche se non c'è ancora l'ufficializzazione tutti gli indizi sulla volontà di Leonardo Del Vecchio portano a Francesco Milleri, l'amministratore delegato di EssilorLuxottica (e nei board di Fondazione Del Vecchio e del Monzino) che ha già preso il posto dell'imprenditore alla presidenza del gruppo di lenti e occhiali. Milleri, infatti, sarebbe il primo nella lista degli osservatori. Il board di Delfin potrà poi eleggere il presidente al proprio interno, dove attualmente siedono l'amministratore delegato Romolo Bardin, ex consigliere di Generali, il notaio Mario Notari, nel cui studio è stato letto il testamento, Aloyse May e Giovanni Giallombardo, già uomo di Unicredit nel Granducato.

Non ci sarà da attendere molto: la riunione del cda della holding si terrà con ogni probabilità la prossima settimana. «Il consiglio si riunirà a breve per recepire il nuovo assetto azionario e per prendere atto dell'integrazione dell'organo amministrativo a norma di statuto», ha comunicato Delfin.

Ed è proprio all'interno del board che sarà discusso il destino delle partecipazioni finanziarie come Mediobanca (la Bce ha stoppato il superamento del 20% richiedendo la trasformazione in soggetto idoneo alla vigilanza) e Generali. I rumor non escludono a priori la cessione a un gruppo interessato a un eventuale takeover.

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