Ora che la recessione ha spazzato via denaro e patti di sindacato, si sgretola ogni bastione ideologico (o velleità) di difesa dell'italianità. La relazione annuale del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, contiene un implicito assenso all'avvenuta scalata di BlackRock ed emiri alle società quotate in Piazza Affari: gli investitori internazionali «sono indispensabili» per far rialzare un'economia italiana ancora «fragile», soprattutto se «il risparmio domestico non è canalizzato a finanziare crescita e internazionalizzazione delle imprese», ha avvertito Vegas davanti alla classe dirigente del Paese riunita a Milano per il quarantesimo dell'Authority.
L'ex «Salone delle grida» è un rincorrersi di grisaglie, uniformi e teste canute, Vegas si richiama al greco Isocrate e sprona la platea: «Il capitalismo di relazione si sta ritraendo», l'Italia è dinanzi a «un'opportunità che va colta senza esitazioni», anche perché «non sarà lunghissima». Occorre, quindi, avviare «le necessarie riforme strutturali» e sfruttare le grandi privatizzazioni non come un «mero strumento per coprire il fabbisogno», ma per favorire «un salto dimensionale e culturale» del mercato simile a quello verificatosi negli anni Novanta. Le dieci matricole che hanno già prenotato l'accesso al listino rappresentano un «dato incoraggiante», ma il capo della Commissione non ha dubbi che l'Europa dovrebbe dotarsi di un'unica «super Consob», una sorta di clone dell'americana Sec.
«La strada più efficace per realizzare un'effettiva armonizzazione e una più efficiente supervisione è centralizzare le competenze di vigilanza», ha argomentato Vegas, invitando a fare della «financial union» il secondo pilastro della decisione presa in campo bancario di trasferire alla Bce i poteri sui big del credito. Tale semplificazione annullerebbe l'attuale «elefantiasi normativa» e il «puzzle regolamentare» creato dall'iperattività dei legislatori. A quel punto i singoli Paesi dovrebbero, inoltre, riscrivere il proprio «approccio fiscale nei confronti del trattamento dei redditi di capitale» per renderlo omogeneo. Cadrebbe, così, una delle ragioni che induce i gruppi italiani a trasferirsi Oltreconfine. Gli sceriffi della Consob hanno intanto continuato a setacciare il mercato, con 142 procedimenti e 32,2 milioni di euro di sanzioni nel 2013, il secondo valore più alto in assoluto dopo i 45 milioni del 2007. Quest'anno siamo già a quota 76 procedimenti per un totale di 15,6 milioni di euro, cui si starebbe per aggiungere la sanzione a Telecom per il discusso caso del prestito convertendo.
Assestata una tirata d'orecchie al mondo bancario per il «continuo ridursi» del prestiti alle imprese, Vegas ha quindi concesso un assist all'Abi di Antonio Patuelli: gli istituti italiani rischiano di essere «penalizzati» dall'asset quality review della Bce malgrado abbiano attivi tradizionali, «più trasparenti e concentrati» delle concorrenti. Tutto questo per il «paradosso», incalza il presidente della Consob, che «la valutazione a prezzi di mercato» di Bot e Btp è «discriminatoria per le banche italiane» rispetto a quelle estere che hanno invece «esposizioni molto significative» in derivati e titoli strutturati. Cioè i virus dal cui abuso è scoppiato la peggiore crisi del Dopoguerra, ma sui quali, essendo illiquidi, «non è possibile stimare con precisione le perdite». La fiera dell'assurdo e dell'opacità.
Secondo la stessa logica, Consob sta inoltre predisponendo «una raccomandazione» per limitare (o forse persino bloccare) la vendita ai piccoli risparmiatori dei prodotti più complessi e pericolosi: come i titoli collegati a operazioni di cartolarizzazione di crediti o i prodotti strutturati che incorporano un'esposizione corta sul titolo sottostante.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.