Verona punta 211 milioni sull'aumento Unicredit

Ma la fondazione sottoscriverà solo il 73% della sua quota e scenderà all'1,8%. Occhi sui fondi

Camilla Conti

A tre giorni dal varo (fissato per lunedì) del maxi aumento di capitale da 13 miliardi, i vertici di Unicredit possono già contare sull'adesione di due soci di peso.

Il neo presidente della Fondazione Crt (possiede il 2,3% della banca), Giovanni Quaglia, ha dato la sua benedizione mercoledì e ieri è arrivata - all'unanimità - quella di CariVerona che oggi detiene il 2,23% ma dopo l'aumento scenderà all'1,8 per cento. Una discesa rapida se si pensa che nel 2015 la quota era circa al 3,5 per cento. È da quell'esercizio che i veronesi hanno iniziato a smobilizzare la propria partecipazione: al 31 dicembre 2015 era scesa sotto il 2,8%, per poi vendere un ulteriore 0,5% il mese scorso. In una nota si spiega che «il nuovo investimento in Unicredit è stato valutato e deciso nell'aspettativa di una progressiva rivalutazione del titolo sul mercato e del ritorno di una remunerazione adeguata».

L'ente scaligero ha così annunciato che sottoscriverà il 73% delle nuove azioni offerte dall'istituto di piazza Gae Aulenti. L'esborso della fondazione presieduta da Alessandro Mazzuco sarà quindi di poco superiore a 211,6 milioni. Gli attuali soci della banca sono destinati a diluirsi drasticamente. Resta l'incognita dei libici che, mettendo insieme le quote della banca centrale con quelle del fondo sovrano Lia, hanno ancora circa il 4% di Unicredit. Gli altri azionisti sono Capital Research and Management con il 6,7%, il fondo di Abu Dhabi Aabar con il 5%, Blackrock con il 4,82 per cento. Ma i riflettori sono accesi anche sulle mosse della Delfin di Leonardo Del Vecchio (all'1,7%) e di Allianz che possiede poco più dell'1 per cento. In Piazza Affari, nel frattempo, per buona parte della seduta il titolo ha veleggiato al rialzo toccando i 26,9 euro ma ha poi ripiegato sul finale archiviando la giornata con un calo dell'1,6% a 26,1. Poco meno dei 26,6 euro di mercoledì su cui è stato fissato lo sconto del 38% sul «Terp», il prezzo teorico dell'azione dopo lo stacco del diritto di opzione. Più il titolo scende di valore, più lo sconto per i nuovi soci ovviamente si riduce. Le nuove azioni saranno emesse a 8,09 euro nel rapporto di opzione pari a tredici nuove azioni ogni cinque possedute.

A rincuorare il mercato, rispettando i pronostici della vigilia, la presenza di un pool di trenta banche per lo più internazionali che ha garantito totalmente l'aumento di

capitale, anche se non mancano, come si usa in questo tipo di operazioni, una serie di clausole che danno la possibilità di recedere il contratto siglato dal consorzio di garanzia in caso di avversità eccezionali del mercato.

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