Vicenza gioca d'anticipo con la Bce

La popolare veneta corre ai ripari e converte un bond da 253 milioni, Zonin: «Sono sereno». I nodi Carige e Mps

Vicenza gioca d'anticipo con la Bce

La Popolare di Vicenza, su pressione di Bankitalia, corre a rafforzare il capitale prima che oggi a mezzogiorno Bce ed Eba distribuiscano le pagelle degli stress test. La cooperativa di Gianni Zonin ha riunito il cda e recuperato altri 253 milioni validi per il «registratore di cassa» di Via Nazionale, anticipando a maggio (e quindi entro i 6-9 mesi di tempo previsti dagli stress test) la conversione di un bond in scadenza nel 2018. L'importo si somma agli 850 milioni raccolti negli ultimi due anni e ai 300 milioni attesi dall'apertura del libro soci che la banca vicentina, non quotata, aveva detto di destinare allo shopping. Sembra, tuttavia, che i tecnici dell'Eba abbiano storto il naso su alcune voci. In ogni caso, ora tutto sembra in ordine e Zonin ha detto che il suo gruppo sta affrontando «serenamente» gli esami di Mario Draghi.

Se Vicenza ha potuto sfruttare un cuscinetto già pronto, non è così per Monte Paschi e Carige: i due istituti italiani che rischiano di essere bocciati sia dalla Bce (che considera solo i conti a fine 2013) sia da Bankitalia (che invece corregge il giudizio in base a quanto fatto quest'anno). Carige, che ha convocato il board per questa mattina alle 9, dovrebbe annunciare la vendita delle due controllate assicurative al fondo americano Apollo per un importo stimato di 200-250 milioni. L'ad Piero Montani, spedito a Genova con pieni poteri dal governatore Ignazio Visco per salvare l'istituto, potrebbe poi cedere la banca private Cesare Ponti. In tutto sembra che Genova sia «corta» di patrimonio per circa mezzo miliardo e ogni sforzo è volto a ridurre il peso della probabile ricapitalizzazione: il consorzio di garanzia dovrebbe essere coordinato da Mediobanca che, con Leonardo, segue anche la cessione delle polizze.

Vista la difficoltà della Fondazione Carige ad aprire il portafoglio, è probabile che Genova debba rimettersi alla ricerca di un investitore forte sotto gli occhi di Bankitalia: Carige appare un boccone interessante sopprattutto per Ubi, che l'ad Victor Massiah ha già candidato a polo aggregante e che non molto radicata in Liguria. Al contrario il Banco Popolare di Pier Francesco Saviotti che, dopo l'aumento di capitale da 1,5 miliardi, dovrebbe superare gli esami europei, sembrerebbe ben incastrarsi con Veneto Banca. Ancora più complesso il caso Monte Paschi, dove l'ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo, pur di sventare un'ulteriore ricapitalizzazione dopo i 5 miliardi raccolti a giugno, avrebbero predisposto un bond ibrido computabile come capitale Tier 1, la vendita di Consum.it (per cui sarebbe nell'aria un negoziato in esclusiva a Deutsche Bank e High bridge) e forse di altri asset o sportelli.

A Siena è tutto pronto per riunire il cda oggi stesso di certo farà di tutto per restare autonoma e non finire in un vortice che potrebbe trasformarla in una pietanza per un big estero come Bnl-Bnp Paribas, Cariparma-Credit Agricole o per una cordata di Popolari. In tutta Europa la banche bocciate sarebbero dieci, per un fabbisogno di capitale pari a 8-9 miliardi: finirebbero in quarantena 2-3 istituti greci, due austriaci, uno portoghese, uno belga e uno cipriota.

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