Gian Maria De Francesco
nostro inviato a Brescia
«Estrema accondiscendenza dei vertici»? «Francamente considero una tale insinuazione non solo del tutto priva di fondamento ma altamente offensiva». Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in un passaggio a braccio dell'intervento al Forex di Brescia, ha sostanzialmente respinto al mittente le ipotesi accusatorie della Procura di Bari sul crac della Popolare e ha evidenziato il sostanziale intento diffamatorio dell'ordinanza, testualmente citata, con la quale sono state disposte le misure cautelari nei confronti dell'ex presidente Marco Jacobini e dell'ex condirettore generale Gianluca Jacobini. Occorre ricordare che nessun esponente di Bankitalia è attualmente indagato, ma allo stesso tempo quel provvedimento restrittivo adombrava la possibilità che Via Nazionale fosse in qualche modo venuta meno ai propri doveri d'ufficio mostrandosi eccessivamente tollerante nei confronti dell'istituto pugliese.
Ed è su questo punto che Visco ha voluto aprire un'ampia parentesi nella sua digressione sullo stato di salute del sistema bancario italiano, dettagliando il caso particolare della Popolare di Bari all'interno dell'attività di Vigilanza e puntando il dito contro i magistrati pugliesi che, basandosi sulle dichiarazioni dell'ex ad barese Papa e dell'ex manager Maggi (entrambi indagati). La Procura, secondo il governatore, avrebbe fatto confusione, ipotizzando un «conflitto di interessi» fra un'operazione di banca centrale (l'Ela, la liquidità precauzionale concessa a Tercas tramite PopBari) e una funzione di vigilanza prudenziale espletata nei confronti della Popolare. Sono misure, ha ribadito, che «attuano doveri e compiti istituzionali, strettamente regolati dal quadro normativo europeo e nazionale». Insomma, nessuna decisione è stata presa al di fuori delle prerogative di legge, «senza volontà dirigistiche né connivenze». Di qui il carattere «offensivo» dell'«insinuazione» dei magistrati guidati dal procuratore Roberto Rossi.
Dal numero uno di Palazzo Koch è arrivata anche un'esortazione a tutte le banche italiane a «procedere con decisione nell'adeguamento degli assetti di governance, delle dotazione tecnologiche e dei modelli: vanno perseguiti livelli di redditività tali da garantire la capacità di attrarre capitali dal mercato e di sostenere l'attività economica». Visco ha avvertito che il modello tradizionale di attività bancaria ha «ormai rendimenti contenuti, per ragioni non solo congiunturali». Una circostanza, ha continuato il governatore, che è ancora più vera per le banche piccole e medie, che però possono trovare benefici nelle fusioni. «Operazioni di concentrazione possono apportare benefici», ha sottolineato riferendosi anche ai due gruppi cooperativi delle bcc che «devono procedere con tempestività alla riduzione delle spese» in vista del comprehensive assessment della Bce.
Infine, il governatore ha ribadito le proprie critiche al sistema del bail in.
In particolare, è necessario dotare «il regime europeo di gestione delle crisi bancarie di procedure che consentano di accompagnare in modo ordinato l'uscita dal mercato degli intermediari» non riconosciuti di interesse pubblico adottando il sistema Usa della «liquidazione ordinata» tramite la Federal Deposit Insurance Corporation, entità pubblica che ha chiuso oltre 500 banche garantendo i risparmiatori.
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