Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha giocato d'anticipo e ha accolto le istanze della comunità finanziaria italiana. Ieri Via Nazionale ha reso noto di aver insediato un comitato di esperti «con l'incarico di effettuare una valutazione delle quote di partecipazione al proprio capitale». La commissione è composta dal fiscalista ed ex presidente della Consulta, Franco Gallo, dal rettore della Bocconi, Andrea Sironi, e dall'ex vicepresidente della Bce e premier greco, Lucas Papademos. Alla prima riunione ieri hanno presenziato lo stesso governatore, il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, e il vice Fabio Panetta.
Un aspetto particolare è che il comitato si sia costituito nello stesso giorno del passo d'addio del presidente Carige, Giovanni Berneschi, colui che in sede Abi si è occupato di tenere le relazioni con Palazzo Koch e con le istituzioni per dibattere della rivalutazione delle quote. L'argomento, infatti, non è nuovo: sin dal 2005 con la legge sul risparmio l'ex ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, pensava a una sorta di «nazionalizzazione» di Bankitalia per evitare conflitti di interesse con il suo ruolo di autorità di vigilanza.
La crisi economica (e bancaria) ha portato la questione sotto traccia. Anche se economisti ed esperti si sono sempre «esercitati» sulla materia. Occorre, perciò, partire dai numeri. Banca d'Italia, istituto di diritto pubblico, ha un capitale sociale di 156mila euro suddiviso in 300mila quote da 0,52 euro ciascuna. Tutti gli azionisti lo hanno iscritto a bilancio basandosi su differenti parametri ma ugualmente legittimi. C'è chi come l'Inps tiene le sue 15mila quote a valore storico e pertanto le computa 7.800 euro. C'è chi come Intesa (che con le fusioni è arrivata al 42,5%) e Unicredit (22,1%) utilizza il costo e le ha iscritte rispettivamente a 624 e 284 milioni. E chi, come Carige, ha messo a fair value il patrimonio netto e ha rivalutato il 4% a 892 milioni.
I saggi dovranno trovare una mediazione tra il patrimonio di Bankitalia riserve auree incluse (oscillante tra 22 e 23 miliardi a seconda delle quotazioni dell'oro) e il metodo del flusso di dividendi (inclusi quelli futuri), usato da Bnl che ha il 2,83% a 117 milioni, che porterebbe a una valutazione di 5-6 miliardi. Bankitalia prevede di giungere a una chiusura dei lavori del comitato entro un mese.
L'insediamento della commissione nasce dall'esigenza di rispondere a una lettera inviata a Via Nazionale dal ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, che ha invitato la banca centrale a esprimersi nel merito. La rivalutazione delle quote risolverebbe molti problemi di natura economica (e politica).
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