L'ad di Vivendi Arnauld de Puyfontaine resta ancora ottimista sull'esito della guerra in corso con Mediaset per la pay tv Premium. «La nostra volontà, strategia e visione non cambiano: su Mediaset sono ottimista». Lo ha detto nella «conference call» sui conti 2016 della società francese, chiusi con una flessione degli utili del 35% a causa del calo degli introiti della società che distribuisce i contenuti e degli abbonati della pay-tv Canal Plus.
Vivendi non va affatto bene dunque. Tanto che è stata proprio la flessione dei profitti, già evidente nel primo semestre dello scorso anno, a portare il presidente Vincent Bollorè (che è anche il primo azionista del gruppo) a cercare nuovi sbocchi e alleanze. Come quella con Mediaset per la produzione di contenuti al fine di creare una risposta europea allo potere di Netflix. L'accordo prevedeva appunto di rilevare la pay tv Premium. Vivendi, dopo aver firmato un contratto vincolante, però ci ha ripensato, facendo così saltare anche le altre strategie di intesa, generando così un pesante contenzioso con una richiesta di danni da parte di Mediaset pari a 1,8 miliardi. La questione, nonostante le parole di de Puyfontaine, sarà risolta in tribunale: la prima udienza è attesa per il 21 marzo. Nel frattempo però Vivendi non è rimasta inattiva, rastrellando azioni Mediaset fino diventarne, con il 29,9%, il secondo azionista alle spalle di Fininvest. Una quota - ha detto de Puyfontaine in un'intervista a Les Echos - acquisita proprio per cercare di trovare una intesa costruttiva. Insomma la situazione è intricata anche perché Mediaset non ha mai ricevuto da Vivendi proposte concrete per trovare una soluzione. De Puyfontaine ha anche poi sostenuto che Vivendi non controlla né Telecom, di cui ha il 24%, é Mediaset e di essere pronto a collaborare con l'Agcom per spiegare le proprie mosse in Italia. Che restano, in realtà, ben poco trasparenti.
Chiari invece sono i risultati di Vivendi. Nello specifico il gruppo francese ha chiuso il 2016 con un utile netto pari a 1,2 miliardi e con ricavi a 10,819 miliardi (+0,5%).
L'utile netto adjusted è stato però di 755 milioni, in aumento dell'8,4%. Secondo quanto annunciato comunque la ristrutturazione delle attività della pay tv aiuterà l'utile operativo «core» a rimbalzare del 25%, con i ricavi di gruppo in crescita del 5% nel 2017.
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