Maddalena Camera
Mediaset ha subito «un torto assoluto da parte di Vivendi» sul caso Premium. Lo ha detto il capo azienda di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi. L'accordo di compravendita con i francesi «è stato negoziato per oltre quattro mesi ed è valido in tutte le sue parti. Noi abbiamo chiesto al tribunale i danni e l'esecuzione» del contratto, ha aggiunto Pier Silvio Berlusconi. I danni sono ingenti, «pari al 30% della nostra capitalizzazione», ha attaccato l'ad di Mediaset, riferendosi a quanto ha perso il titolo in Borsa dal voltafaccia che i francesi hanno consumato a luglio.
In aprile Vivendi aveva infatti firmato un contratto vincolante per l'acquisto della pay tv Mediaset Premium. L'obiettivo era creare, con il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, una piattaforma europea per realizzare contenuti da diffondere su più piattaforme, spaziando dalla tv di casa agli smartphone. L'idea di fondo era di arginare così l'avanzata delle big statunitensi, come Netflix e Amazon, regine dei contenuti sul web.
Vivendi non ha però poi onorato il contratto, fermando così anche le altre sinergie previste con Mediaset. In ogni caso ieri Pier Silvio Berlusconi ha ribadito la volontà del Biscione di creare una piattaforma europea per i contenuti. E per far questo non ha escluso l'apertura delle trattative con diversi partner di altri Paesi de vecchio Continente. Ad oggi sarebbe esclusa Sky ma proprio l'avvento di competitor agguerriti come Netflix o Amazon, potrebbe aprire la strada a un possibile asse tra Mediaset Premium e la società di Rupert Murdoch. Che, però, dovrebbe poi fare i conti anche con i vincoli Antitrust.
Quanto ancora al contenzioso con Vivendi, Pier Silvio Berlusconi ha sottolineato che Mediaset chiede solamente l'esecuzione del contratto siglato con il gruppo francese presieduto da Vincent Bollorè. Dopo l'udienza al tribunale di Milano (saltata la settimana scorsa) sulla richiesta di sequestro del 3,5% delle azioni Vivendi, non ci sono stati altri contatti con Parigi.
«Con Vivendi c'è stato un interim management di quattro mesi - ha detto - il nostro accordo però non riguardava solo Premium ma era una trattativa molto più ampia e assolutamente vincolante. Non posso dire di più visto che avremo un'udienza a marzo». L'ad di Mediaset ha poi specificato che nell'accordo non c'era un business plan stabilito. «Perché le pay tv vivono di diritti acquisiti con le aste - ha spiegato - I numeri di Premium però sono certificati e credibili, tant'è che Telefonica ha sottoscritto senza problemi l'aumento di capitale per la parte che le compete». Malgrado questo Vivendi è arrivata ad accusare Mediaset di aver fornito, in fase di negoziazione, dei conti e business plan Premium non veritieri.
Il prossimo passo è l'udienza del 21 marzo 2017, quando si entrerà nel merito del risarcimento danni da circa 1,5 miliardi di euro più 50 milioni al mese, chiesti da Mediaset a Vivendi a partire dalla data in cui è stato comunicata la mancata esecuzione del contratto.
Quanto al core
business di Mediaset, la tv generalista, Pier Silvio Berlusconi ha ribadito che le cose stanno andando bene: «La raccolta pubblicitaria di novembre è aumentata e quindi contiamo di chiudere il 2016 in maniera molto positiva».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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