Volkswagen taglia gli investimenti

«Tutto ciò che non è necessario sarà cancellato o rimandato». Il Gruppo Volkswagen mette mano con forza alle forbici e a essere presa di mira è la voce «investimenti». Una sforbiciata importante, quella annunciata dall'ad Matthias Müller, al termine del consiglio di sorveglianza, a causa di tutti i problemi e i costi che stanno seguendo e soprattutto seguiranno al «Volkswagengate» emerso il 21 settembre. Il prossimo anno la spesa sarà dunque limitata a 12 miliardi, un miliardo in meno rispetto agli anni precedenti. Da qui in poi «navigheremo a vista», ha aggiunto l'ad, che ha comunque ha cercato di rassicurare i dipendenti: «Insieme con i rappresentanti del consiglio di fabbrica faremo tutto il possibile per mantenere le maestranze». E resta la priorità di «voler uscire rafforzati dalla crisi». Ma Wolfsburg rischia di pagare un prezzo ancora più salato del previsto: come ha spiegato ieri l'Epa, lo scandalo sulle emissioni si estende infatti negli Usa ai modelli prodotti fin dal 2009, anno in cui sarebbero cominciate le manipolazioni. Solo un anno fa Wolfsburg aveva annunciato investimenti per 85,6 miliardi fino al 2019 - circa 17 miliardi di euro l'anno - destinati allo sviluppo di nuovi modelli e all'attenzione per l'ambiente. Il taglio, comunque, non inciderà sullo sviluppo delle tecnologie, che saranno invece aumentate (100 milioni) e riguarderanno i veicoli elettrici e ibridi. «Non faremo l'errore di risparmiare sul nostro futuro», il punto fermo di Müller. La maggior parte degli investimenti sarà destinata a nuovi prodotti, al continuo sviluppo delle piattaforme modulari e al completamento dei piani in corso per espandere le capacità. Come esempi, il gruppo cita l'avvio di nuovi prodotti come la futura generazione della Golf, l'Audi Q5 e il nuovo stabilimento dei furgoni Crafter in Polonia. Circa il 50% degli investimenti andranno ai 28 impianti tedeschi del gruppo. Tra i progetti accantonati figurano la costruzione del nuovo centro di design a Wolfsburg, che permetterà di risparmiare 100 milioni, e il rinvio dell'ammiraglia Phaeton elettrica. Le joint venture di Vw in Cina restano escluse dal piano e quindi sarà mantenuto il livello di investimenti e di spese già previsto: circa 4,4 miliardi nel 2016, una cifra che sarà coperta con i fondi propri delle joint venture stesse.Ecco le carte che Müller mette sul tavolo per far fronte alla bufera che ha coinvolto il gruppo e per dare un senso di concretezza alle azioni annunciate. Müller, infatti, è nel mirino di uno dei soci pesanti del colosso (Union Investment), e anche di parte del mercato che, ritenendolo corresponsabile della vicenda, chiedono l'avvio di un vero nuovo corso con la scelta di top manager dall'esterno.

Sul fronte delle indagini, intanto, un faro è stato acceso negli Usa anche su Bosch per capire se la multinazionale tedesca fosse a conoscenza o abbia partecipato alle azioni con cui la Casa automobilistica ha ingannato i test sulle emissioni diesel negli Stati Uniti. Al momento non ci sono, però, indicazioni di illeciti.

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