Cinzia Meoni
La via di uscita dal dieselgate, il caso scoppiato a settembre 2015 e che, da mesi, sta travolgendo Volkswagen, è ancora piena di insidie per la casa d'auto tedesca. Per la Commissione europea, il colosso di Wolfsburg ha infatti violato le norme relative alla tutela dei consumatori in ben venti Paesi dell'Unione. E quanto prima potrebbe essere chiamata a pagare il conto. La casa automobilistica si è finora rifiutata di indennizzare i clienti europei, contrariamente a quanto ha fatto negli Usa dove verserà complessivamente circa 15 miliardi di dollari. Ma lo scenario potrebbe mutare rapidamente e, per Volkswagen, la situazione rischia di incandescente anche in Europa.
Il gruppo guidato da Matthias Müller ha installato software per migliorare le performance dei motori in sede di test sulle emissioni su milioni di vetture (nel solo Vecchio Continente si parla di 11 milioni auto interessate). Una pratica illegittima. «In molti Stati membri Volkswagen ha chiaramente infranto la normativa sulla tutela dei consumatori» ha dichiarato al quotidiano tedesco Die Welt Vera Jourova, commissario alla tutela del consumatore, sostenendo che potrebbe essere necessario un intervento a livello comunitario. La commissaria ha apertamente parlato di comportamenti «sleali» adottati dal colosso tedesco che «sembra aver violato nella maggioranza degli Stati dell'Unione le regole del commercio». VW avrebbe violato le normative relative alla vendita ai consumatori, la garanzia del prodotto e la direttiva sulle pratiche commerciali scorrette (la Consumer Sales and Guarantees Directive e l'Unfair Commercial Practises Directive) applicate su tutto il territorio europeo.
Non solo. La commissaria ha contattato le principali associazioni che tutelano i diritti dei consumatori nei diversi Paesi per raccogliere informazioni e ha invitato i consumatori europei ad attivarsi per ottenere i risarcimenti. «Sto lavorando per garantire che i consumatori europei siano trattati in modo equo», ha dichiarato la commissaria al quotidiano. «Non possiamo fare come se nulla fosse successo», ha commentato alla stampa Jourova. Elzbieta Bienkowska, commissario all'Industria, aveva già proposto al gruppo tedesco di risarcire i clienti volontariamente, senza tuttavia ricevere alcuna una risposta incoraggiante in merito.
Nel frattempo, a quasi un anno dallo scoppio dello scandalo dieselgate, i consumatori europei si stanno muovendo nei singoli Stati. In Germania sono state presentate richieste di indennizzo al tribunale di Braunschweigh che potrebbero valere fino a quasi 4 miliardi di euro. Sono attese a breve novità anche dal fronte italiano, dove la Corte d'Appello di Venezia ha dato il via libera alla class action proposta da Altroconsumo contro il colosso automobilistico.
Dall'altra parte dell'Oceano Volkswagen, lo scorso giugno, ha accettato di pagare una sanzione di circa 15 miliardi di dollari di risarcimento in seguito ai ricorsi dei proprietari e di investire inoltre sia in un fondo per il recupero ambientale, sia nell'auto elettrica. Erano tuttavia rimaste fuori dall'accordo 80mila vetture che, se dovessero venire coinvolte, potrebbero far lievitare il conto finale.
La casa d'auto tedesca, secondo indiscrezioni di stampa, starebbe poi trattando con Washington per evitare un procedimento per truffa. L'intesa dovrebbe arrivare entro fine ottobre. E, c'è da scommetterci, che non sarà gratuita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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