Vw, Winterkorn rischia 25 anni

Per l'ex ceo mandato d'arresto negli Usa. "Ma non sarà estradato"

Vw, Winterkorn rischia 25 anni

Prende ancora una brutta piega il Dieselgate di Volkswagen, proprio quando il sempre potente gruppo tedesco è impegnato a girare pagina, a partire dai posti di comando (Herbert Diess è subentrato, in qualità di ceo, a Matthias Müller). Dagli Usa, dove nel settembre del 2015 è emerso lo scandalo delle centraline taroccate, il Dipartimento della giustizia ha emesso un mandato d'arresto per Martin Winterkorn, ex numero uno del gruppo, incriminato da un grand jury del Michigan per frode in relazione al Dieselgate.

L'ex top manager, che rischia 25 anni di carcere, insieme a una forte sanzione, non sarà comunque estradato negli Usa. A precisarlo è il ministero della Giustizia tedesco: «Non consegniamo nostri cittadini ad altri Stati esteri, fatta eccezione per quelli europei e i tribunali internazionali. Rispettiamo la nostra Costituzione».

Gli inquirenti Usa ritengono che Winterkorn fosse stato informato - a maggio 2014 e luglio 2015 - sulla massiccia manipolazione del software per aggirare le severe norme sulle emissioni. E con altri dirigenti dell'azienda, l'allora ceo avrebbe deciso di portare avanti le pratiche illecite. Dalla Germania a parlare è il legale di Winterkorn, il quale ha subito precisato che l'assistito risponderà alle accuse «a tempo debito e solo dopo aver esaminato l'intero fascicolo».

Solo pochi giorni fa il ceo Diess, alla sua prima assemblea generale, aveva dettato la nuova filosofia del gruppo: il successo economico sostenibile, in pratica, è possibile solo con una sana cultura aziendale. «Volkswagen deve, in questo senso, diventare ancora più onesta, più aperta, più veritiera in breve e più etica», le parole di Diess.

Lo scorso dicembre Oliver Schmidt, ex manager di Volkswagen in Michigan, è stato

condannato a sette anni per il suo ruolo nella vicenda, costato all'azienda circa 30 miliardi di dollari tra sanzioni e risarcimenti. Winterkorn, al vertice di Vw per otto anni, si era dimesso all'indomani dello scandalo.

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