Economia

A Wartsila cambia il vertice, via alle prove di dialogo

Dopo lo stop del giudice ai 451 licenziamenti, nominato un nuovo ad. Il presidio in fabbrica

A Wartsila cambia il vertice, via alle prove di dialogo

A Wartsila Italia arriva un nuovo vertice e il cambio viene interpretato come un passaggio all'insegna del dialogo. Se sarà così, si profila la possibilità di ricucire i rapporti tra la multinazionale finlandese e i dipendenti e quindi con il territorio: numerosi i ministeri, a partire dal Mise, coinvolti nello scontro.

A distanza di pochi giorni dalla sentenza con cui il giudice del lavoro ha di fatto annullato la procedura per il licenziamento dei 451 lavoratori impiegati nel polo produttivo di San Dorligo della Valle, il gruppo Wartsila ha nominato un nuovo ad per Wartsila Italia: un triestino esperto, da venti anni nel gruppo, Michele Cafagna, in sostituzione di Andrea Bochicchio che passa ad altro ruolo. Dovrà supportare il percorso di miglioramento delle operazioni nel Service come parte della strategia dell'azienda. L'avvicendamento è effettivo da subito e il gruppo ha detto che l'obiettivo è «rafforzare la leadership del team italiano per compiere il prossimo passo verso il futuro». Cafagna manterrà anche la carica di vice president of Continuous Improvement.

La Regione Friuli ha intanto ritirato il ricorso ex articolo 700 contro la procedura avviata da Wartsila a luglio scorso. L'udienza che avrebbe dovuto tenersi oggi, non si celebrerà visto che l'azienda, in ottemperanza al verdetto del giudice del lavoro che l'aveva condannata per condotta antisindacale, ha ritirato la procedura di chiusura del sito produttivo. In sostanza, questo passo ha fatto decadere la motivazione di urgenza ma se l'azienda dovesse scegliere di fare opposizione al decreto del giudice potrebbe emergere nuovamente questa situazione. I legali della multinazionale ancora non hanno preso «determinazioni definitive» sul tema: i 15 giorni di tempo per decidere scadranno alla fine di questa settimana. Ieri, in occasione della presenza in fabbrica del numero due e del numero tre di Wartsila corporation - rispettivamente Roger Holm e Stefan Nysjö - la Rsu ha organizzato un «Comitato d'accoglienza» proclamando due ore di sciopero e istituendo un presidio all'ingresso dello stabilimento.

Iniziativa condotta «in modo civile ma determinato» per «dimostrare al management Wartsila tutta la contrarietà alle scelte della multinazionale, e di ribadire con forza l'opposizione alla chiusura dello stabilimento e ai licenziamenti».

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