Washington toglie il freno ai Treasury

Il Tesoro studia di modificare la norma che limita gli acquisti da parte delle banche

Washington toglie il freno ai Treasury
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Nonostante gli ultimi dati sul mercato del lavoro Usa si siano dimostrati più solidi del previsto, Donald Trump è tornato ad attaccare Jerome Powell, affinché tagli i tassi d'interesse. Venerdì ha chiesto specificatamente al capo della Fed - da lui soprannominato Mr Too Late - una riduzione di un «intero» punto percentuale. Lo scontro, insomma, è già partito. Proprio mentre nelle sale operative e sul floor di Wall Street gli occhi sono puntati sul grafico del rendimento dei Treasury decennali americani. A far tremare gli investitori è la legge di bilancio destinata ad aumentare il deficit federale più del previsto, dopo che il declassamento da parte di Moody's ha acceso i riflettori sull'insostenibile emissione di debito pubblico, con il gran capo di Jp Morgan, Jamie Dimon, che vede in arrivo una pericolosa crepa nel mercato obbligazionario.

Il Treasury e il suo rendimento sono gli osservati speciali anche del segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, che punta a modificare «entro l'estate» il Supplementary leverage ratio (Slr), l'indicatore figlio di Basilea III entrato in vigore nel 2014 che impone alle grandi banche americane di mantenere un livello minimo di capitale di prima categoria (Tier 1) in relazione alla loro esposizione totale alla leva finanziaria supplementare. In sostanza, si tratta di una formula che serve per calcolare quanto capitale le banche devono avere a fronte delle attività che svolgono. Si calcola mettendo al numeratore il capitale e al denominatore gli attivi totali. Quindi anche i titoli di Stato. L'obiettivo ora è quello di escludere in toto o in parte i Treasury dal calcolo del Slr per consentire alle banche di aumentare gli acquisti di titoli di Stato senza penalizzazioni patrimoniali. Eliminando dal denominatore i titoli di Stato, dunque, si toglierebbero i limiti di acquisti delle banche. Il che potrebbe aiutare a stabilizzare la febbre ovvero a contenere i tassi a lungo termine sul debito Usa.

Se l'obiettivo delle modifiche è chiaro, meno lo è la tempistica. Il segretario al Tesoro ha dichiarato che un rinnovamento è una «priorità assoluta» per i tre enti regolatori incaricati della norma: la Federal Reserve, la Federal Deposit Insurance Corporation e l'Office of the Comptroller of the Currency (OCC). Ma il generico «entro l'estate» di Bessent non ha fissato una data o un mese preciso per l'attuazione della riforma. Ecco perché giovedì la Camera Usa è andata in pressing con una lettera a Powell, e al vicepresidente dell'OCC, Rodney Hood. La missiva è stata firmata dal deputato Andy Barr, insieme a un gruppo bipartisan di alti legislatori della Commissione Servizi Finanziari della Camera. «I requisiti di leva finanziaria si legge nel documento - non sono stati aggiornati sin dalla loro introduzione e, a volte, sono diventati un vincolo per i grandi intermediari del mercato dei titoli del Tesoro statunitensi». I deputati vogliono soprattutto capire quando verranno apportate le modifiche e si aspettano una risposta dagli enti di regolamentazione entro il 26 giugno.

Intanto, la volontà di ammorbidire le regole è dimostrata anche dalla nomina di Michelle Bowman alla Fed come

responsabile della supervisione delle banche. Bowman sostiene una regolamentazione «su misura», vuol semplificare i processi normativi e avrà ancor più margine di manovra quando scadrà il mandato di Powell a maggio 2026.

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