Martin Winterkorn resterà ad di Volkswagen anche dopo il 2016 e, dunque, per ora ha vinto il braccio di ferro con il presidente del gruppo automobilistico tedesco, Ferdinand Piëch, che proprio ieri ha spento la 78ª candelina. È la decisione presa dal comitato di supervisione di Vw riunitosi a Salisburgo per fare il punto sullo scontro innescato dalle dichiarazioni di Piëch allo Spiegel . Il comitato di supervisione è un organismo ristretto che prepara le riunioni dei 20 membri del consiglio di supervisione, il quale ha il potere di nominare e licenziare i vertici della società. Il comitato proporrà ora al consiglio di supervisione di estendere l'incarico di capo azienda a Winterkorn, che scade a dicembre del 2016, nella riunione che si terrà a febbraio dell'anno prossimo. La vittoria dell'ad su uno dei principali proprietari del gruppo tedesco conclude uno scontro senza precedenti dentro il colosso dell'auto.
Piëch, dal canto suo, non fa commenti, ma l'impressione di chi lo conosce bene è che non si arrenderà. «Winterkorn - commenta Ferdinand Dudenhoeffer, docente di economia dell'auto a Essen e soprannominato l'auto-papst, il papa dell'auto - ha vinto solo una tappa, perché il vero obiettivo di Piëch non era quello di defenestrarlo oggi, ma di impedire che prenda il suo posto nel 2017. E questo lo ha ottenuto in pieno, il resto lo si vedrà, c'è ancora molto tempo».
E sempre l'esperto tedesco, intervistato dalla tv Zdf , ha messo il dito nella piaga, evidenziando la serie di problemi che hanno portato Piëch a sfiduciare l'ex delfino: «La marca Volkswagen deve lasciarsi alle spalle la sua debolezza e rafforzarsi». Winterkorn, sempre per Dudenhoeffer, avrebbe investito negli Usa oltre un miliardo di euro ma senza risultati positivi, peggiorando invece la posizione del marchio Volkswagen nei confronti dei suoi diretti concorrenti (Toyota, Gm e Ford) e addirittura facendosi superare da Subaru, come evidenziava ieri la Sdz . In Germania e in Europa, invece, l'ad sarebbe riuscito a salvarsi soltanto con i forti sconti sui prezzi di listino, mentre alcuni osservatori intravedono possibili difficoltà future nel mercato cinese.
In un sondaggio di Evercore Isi, il 65% delle persone interpellate si è espresso a favore di un cambio al vertice operativo del gruppo. A lanciare il salvagente a Winterkorn, oltre agli azionisti Wopo Porsche, cugino di Piëch, e Bassa Sassonia (e la cancelliera Angela Merkel) è stato anche Bernd Osterloch, capo del sindacato interno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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