Yellen dura sugli istituti europei "Hanno capitali troppo bassi"

L'economia Usa corre: +3,3% a fine settembre

Yellen dura sugli istituti europei "Hanno capitali troppo bassi"

Come dicevano gli antichi, in cauda venenum. «Analisi e test suggeriscono che le banche straniere - specialmente quelle europee - potrebbero avere livelli di capitali troppo bassi rispetto a quello che crediamo sarebbe appropriato sulla base dei livelli standardizzati utilizzati per le banche Usa». E così, proprio sul finire del suo mandato di presidente della Fed, Janet Yellen rilascia parole venefiche nei confronti del Vecchio continente e del suo settore creditizio. È l'appendice del braccio di ferro fra Usa ed Europa sul modo in cui viene determinata la rischiosità degli attivi per poi stabilire quale quota di capitale accantonare a fini prudenziali.

Il prossimo 8 gennaio i governatori delle banche centrali dei 10 Paesi più industrializzati dovrebbero ratificare la revisione delle norme di Basilea 3, rendendole di fatto più stringenti proprio sul versante dei requisiti di capitale necessari. Come vuole l'America. Una rivoluzione dai costi salati. Uno studio di McKinsey ha stimato che l'entrata in vigore delle nuove regole imporrà agli istituti europei di reperire la bellezza di 120 miliardi di euro. È vero che potrebbero passare almeno quattro anni prima che il nuovo perimetro normativo diventi operativo, ma in prospettiva sarà una missione delicata per quelle banche che hanno già chiesto quattrini al mercato per adeguare i propri parametri patrimoniali e sono alle prese con il dossier sofferenze.

Ma la Yellen, indicando la sottocapitalizzazione degli istituti Ue e il necessario adeguamento su standard più severi dei modelli di rating interni, sembra anche parlare alle orecchie di quei connazionali che vogliono smembrare la Dodd-Frank, ovvero la riforma finanziaria varata dopo la crisi del 2008. «Non vorrei vedere uno smantellamento di queste cose. Credo che farlo sarebbe molto dannoso», ha affermato, con riferimento agli strumenti di protezione introdotti come gli stress test annuali, i maggiori livelli di capitale richiesti, più liquidità e i piani di risoluzione. Jerome Powell, il suo successore, ha spiegato martedì di voler mantenere la barra dritta sulle big del credito, concedendo invece più libertà di manovra alle banche più piccole, cui sarebbe consentita l'attività di trading con portafoglio di proprietà. La Yellen si è detta d'accordo.

Quanto al quadro economico, la presidente uscente della Fed ha spiegato che sta migliorando.

I numeri lo confermano. Nel terzo trimestre il Pil è stato rivisto al rialzo al3,3%, il ritmo di crescita più rapido dal terzo trimestre del 2014. «Senza uragani sarebbe salito del 3,9%», ha twittato un euforico Donald Trump.

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