Zanetti, il caffè va in Borsa e si prepara allo shopping

Il gruppo Segafredo fattura 800 milioni in 50 Paesi. I target solo fuori dall'Europa

Zanetti, il caffè va in Borsa e si prepara allo shopping

Va in Borsa il gruppo Zanetti, un'altra eccellenza del made in Italy alimentare. Circa 800 milioni di fatturato, 12 di utile, 2.700 dipendenti e 500 punti vendita in 50 paesi. Se l'America esporta iPhone, l'Italia risponde con il caffè. E gli Usa per il gruppo italiano sono il primo mercato.

La società, controllata da Massimo Zanetti, aveva già tentato la via della Borsa circa un anno fa ma la congiuntura sfavorevole ha imposto un dietrofront. Ora invece è tutto pronto per l'«ipo» che sarà fatta a un prezzo compreso tra gli 11,6 e 15,75 euro per azione. Il valore del titolo sarà fissato il 28 maggio mentre il primo giorno in Borsa sarà il 3 giugno. L'offerta è mista tramite aumento di capitale (6,3 milioni di azioni) e vendita di azioni (4,7 milioni) in mano alla famiglia Zanetti con un valore finale della società atteso tra quasi 400 milioni e un massimo che supera il mezzo miliardo di euro (540 milioni). Sul mercato andrà un flottante del 35,6%, mentre alla famiglia Zanetti, che ad oggi detiene il 100%, resterà il 64,4%.

Dal prospetto emergono i numeri dell'operazione: grazie all'aumento di capitale la società incasserà tra i 70,9 e i 96,3 milioni. Soldi che il gruppo utilizzerà per rimborsare il debito di 76,8 milioni contratto con Intesa l'estate scorsa per finanziare l'acquisto del gruppo del Sudest asiatico e degli Emirati Arabi, Boncafe.

Ma anche Massimo Zanetti, ex patron del Bologna calcio, passerà all'incasso: circa 50-70 milioni. E se la politica dei dividendi non è ancora fissata la società è comunque già pronta a nuove acquisizioni. Una strategia che Zanetti ha applicato fin dagli esordi con l'acquisto nel 1974 di Segafredo. «Le acquisizioni si faranno ma non in Europa» - ha detto Zanetti. Il gruppo conta anche di raddoppiare la propria quota di mercato nelle capsule in tre anni, rispetto alla quota risicata che oggi rappresenta solo il 3,5% del fatturato complessivo.

Il core business della società, attiva fin dagli inizi del '900, resta la produzione e lavorazione del caffè tostato e di altre tipologie selezionate di prodotti coloniali, distribuiti in circa 110 paesi. Il gruppo gestisce le attività dal procurement fino al consumo, operando su 18 stabilimenti attivi in Europa, Asia, e Americas e tramite un network internazionale contenente di circa 400 caffetterie in 50 paesi.

Per l'ipo i

consulenti legali Baker & McKenzie, mentre Linklaters è advisor delle banche. PWC è la società di revisione incaricata.

Sono punti vendita della società in 50 paesi: primo mercato gli Usa, l'Italia vale il 10% del fatturato

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