«È la stampa, bellezza» sentenziava Humphrey Bogart nel film Lultima minaccia, sintetizzando, in maniera mirabile, quel cinismo che, lo si ammetta o no, impregna lanima di ogni reporter. E Hollywood non si è fatta sfuggire, negli anni, loccasione di dipingere ripetutamente i protagonisti dellinformazione creando, per certi versi, una sorta di mitologia della figura del giornalista, dipinto, il più delle volte, come leroe coraggioso e sognatore che sfida potentati economici o anche malavitosi pur di far trionfare la verità. E il filone certamente più ricco ed eterogeneo del genere «newspaper movie» che fa da contraltare ai film di denuncia del ruolo dei media nella società contemporanea, pellicole che indagano i lati più oscuri dei mezzi di informazione. Che poi nelle redazioni di giornali e tv avvenga realmente quello che il grande schermo ci dipinge è un altro paio di maniche; ma, questa sorta di romanticismo (decadente) dei media su celluloide ha, innegabilmente, spinto molti ragazzi ad innamorarsi di una professione che, negli ultimi tempi, soprattutto con la diffusione di Internet, è cambiata radicalmente.
Il Giornale, da oggi, offre, ai suoi lettori, una serie di dvd (euro 9,80 più il prezzo del quotidiano) sul mito del giornalismo al cinema. La collana si intitola Dentro la notizia e rappresenta una sorta di amarcord di come erano ed operavano, fino a qualche anno fa, i protagonisti dellinformazione: quasi superfluo aggiungere che, dal confronto, gli attuali ne escano con le ossa rotte. Otto titoli significativi che ben inquadrano pregi (pochi) e difetti (tanti) di questa affascinante e perversa professione in una sorta di viaggio nel dietro le quinte della notizia, alla scoperta anche del lato umano di persone che passano la loro vita a raccontare quella degli altri, diventando però, per una volta, loro stesso notizia.
In edicola, da questa mattina, trovate la commedia romantica ma a tratti malinconica Dentro la notizia (1987), che inaugura alla grande la raccolta con i suoi premi vinti (lOrso dArgento a Berlino a Holly Hunter come miglior attrice) e di candidature agli Oscar (ben sette). Diretto da James L. Brooks, il film è ambientato in un network di Washington dove lavorano Tom (William Hurt) che sembra il prototipo di tanti anchorman proposti su grande schermo (bello ma stupido), Aaron (Albert Brooks) il reporter colto ma senza alcun carisma e poco telegenico, e Jane (Holly Hunter) produttrice volitiva. La sinergia tra i tre sfocerà in un divertente triangolo amoroso perché va bene la notizia, ma anche il giornalista è fatto di carne. Da non perdersi il cameo di Jack Nicholson.
La collana proseguirà nelle settimane successive con Prima pagina, capolavoro diretto da Billy Wilder ed interpretato brillantemente dalla coppia Lemmon-Matthau su un cronista che il giorno prima delle nozze deve occuparsi di una esecuzione capitale. Una simile raccolta non poteva prescindere da Quinto potere di Lumet nel quale un commentatore di una tv nazionale annuncia il suo imminente suicidio in diretta; film ricoperto da Oscar (4) che denuncia la svolta populista della televisione. Il diavolo veste Prada dipinge lalterigia (straordinaria Meryl Streep) di certi protagonisti dellinformazione. Il 22 aprile, il Giornale distribuirà Lettera aperta a un giornale della sera di Francesco Maselli che ironizza sugli effetti devastanti che anche una lettera pubblicata possa avere sulla vita delle persone.
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