Edilizia, il calo del 12% fa fuori undicimila posti

In un anno l’edilizia nella regione ha visto ridurre l’attività in media del 12 per cento. In alcune province come Latina la contrazione supera addirittura il 20 per cento. Da ottobre 2008 a settembre 2009 si sono persi oltre 10.000.000 di ore di lavoro. I numeri delle Casse edili evidenziano una riduzione di oltre 11.000 occupati e l’uscita dal sistema di circa 1000 imprese. Sono alcuni dei dati emersi nella conferenza che Ance Lazio ha tenuto ieri sulla situazione delle imprese laziali. E le cifre, dice Stefano Petrucci, Ance Lazio-Urcel, «peggiorano di mese in mese. Sarà un lungo e difficile inverno».
A Roma, secondo i dati, la progressione negativa nel confronto tra 2009 e 2008 da maggio a settembre passa da un meno 7 per cento a un meno 10 per cento, per assestarsi nell’ultimo mese a meno 12 per cento. La contrazione di attività riguarda sia il mercato privato che quello delle opere pubbliche. Nel primo semestre di quest’anno il mercato immobiliare in termini di compravendite ha registrato complessivamente nella regione un calo del 14 per cento, con punte del 25 a Latina e di oltre il 22 nei comuni della provincia di Rieti. Il flusso dei nuovi mutui per acquisto di abitazioni si è ristretto nel primo semestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008 del 21 per cento, contro una media nazionale del 17,3.
«Il nostro - ha detto il presidente di Ance Lazio - è un tessuto di piccole imprese, molte delle quali operano da anni con successo sul mercato dei lavori pubblici. La contrazione delle opportunità che sta caratterizzando la domanda pubblica di lavori medio-piccoli si somma alla progressiva riduzione della domanda privata creando un volano negativo che non si vedeva dagli anni Settanta. E sui lavori pubblici oltre che il calo della domanda pesa sulle imprese l’insostenibile ritardo dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni e della Regione in particolare, che sta mettendo a rischio l’intero tessuto imprenditoriale edile». Le denunce raccolte da Ance Lazio-Urcel riguardano un credito che si avvicina ai 200 milioni di euro e riguarda in particolare i programmi per l’edilizia residenziale sociale per un valore di 70 milioni per opere già realizzate od avviate e che interessano circa 300 operatori del settore tra imprese private e cooperative. L’esposizione per opere infrastrutturali per le sole imprese iscritte all’associazione imprenditoriale è di circa 150 milioni, relativi a fatture scadute da mesi».
Per il presidente dell’Ance, inoltre, «l’attuale situazione politica determinatasi con le dimissioni del presidente Marrazzo non deve diventare un alibi per rimandare i pagamenti già previsti e soprattutto procrastinare l’utilizzo di risorse a destinazione vincolata già stanziate e acquisite sia da parte dello Stato da tempo accreditati alla Regione e dalla stessa gestiti e che dovrebbero essere liquidati alle imprese che hanno realizzato i lavori.

Così come va assolutamente evitata la sospensione delle attività di emissione dei nuovi mandati e, soprattutto, il blocco dei pagamenti e delle liquidazioni dei mandati già emessi. La Regione deve provvedere senza indugio a liquidare quanto dovuto».

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