Per la serie dei libretti dedicati agli artisti che furono anche scenografi della Scala, Vittoria Crespi Morbio manda in libreria quattro deliziosi volumetti che faranno la gioia dei semplici lettori e degli appassionati di arte e musica o, più semplicemente, degli amanti del bello. Samaritani alla Scala, Sciltian alla Scala, Gontcharova alla Scala, per finire con Chagall alla Scala (tutti editi da Amici della Scala e Umberto Allemandi&C.) raccontano infatti il particolare e fecondo rapporto da essi avuto con l'ente lirico più famoso al mondo e, nel caso delle monografie dedicate ai due pittori russi, rappresentano in Italia un vero e proprio unicum.
Se Samaritani puù a buon titolo essere indicato come l'ultimo grande epigono della scena teatrale dipinta, erede della tradizione ottocentesca e insieme tradizionalista trasgressivo che bandisce dalle scenografie ogni elemento folclorico, Sciltian rappresenta il più classico esempio dell'outsider che attraversa il secolo dell'astrattismo e dell'informale, restando fedele ai canoni pittorici del reale. Così, negli allestimenti teatrali di Donizetti, Schubert, Weber, si avverte una fissità quasi metafisica e insieme un divertissement dai colori accesi. Amazzone del pennello, Nathalie Gontcharova ha lasciato un segno alla Scala in allestimenti stravinskiani che hanno fatto storia. La sua arte è il risultato di una sintesi originalissima, che dal recupero delle proprie origini stilistiche nel primitivismo russo, si apre alla partecipazione all'avventura delle avanguardie parigine fra le due guerre.
In ultimo, ma non per ultimo, il libretto della Crespi Morbio dedicato a Chagall racconta di come la vena lirica e visionaria di questo pittore trovò uno sbocco privilegiato nel mondo dei teatri: il soffitto dell'Opéra Garnier di Parigi, i murali del Metropolitan Opera di New York celebrano infatti un'apoteosi di colori che si trasformano in ebbrezza musicale.
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